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Covid, la "profezia" di Bassetti: "Cosa accadrà in autunno". Spunta lo "strano" effetto sul vaccino

Matteo Bassetti  

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È troppo presto per cantare vittoria: una nuova ondata di Covid potrebbe tornare a mettere in ginocchio l'Italia intera. Gli occhi sono ancora una volta puntati sull'autunno e le sottovarianti Omicron 4 e 5. A ipotizzarlo diversi esperti. Tra questi Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Non ci sono elementi per sostenere che ci possa essere una virata epidemiologica di questo tipo - premette in un'intervista all'Adnkronos -. Quello che è certo è che le ultime due sottovarianti di Omicron hanno una straordinaria capacità di diffusione. Sebbene questa non sia una novità, perché le varianti si sono sempre distinte per il fatto di diffondersi sempre di più, l'aspetto invece relativamente nuovo è che in qualche modo tendono a sfuggire anche alla risposta anticorpale precedente".

 

 

In sostata l'arrivo di queste sottovarianti, rende la situazione "più complessa". Da qui, secondo Clementi, la necessità di riproporre il vaccino. Almeno per i più fragili. Dello stesso parere Matteo Bassetti. L'infettivologo del San Martino di Genova confessa che "Omicron 4 e 5 sembrano evadere l'immunità prodotta dai vaccini" anti-Covid "e anche l'immunità naturale" di chi  è stato infettato. Risultato? "Un elemento di preoccupazione per un aumento potenziale dei contagi nel prossimo autunno". Eppure Bassetti mette ancora una volta in guardia: guai generare altro terrorismo. 

 

 

"Anche se - aggiunge - bisogna dire che in Sudafrica, dove in qualche modo queste varianti adesso sono diventate predominanti, soprattutto la 4 e la 5, i dati ci dicono che c'è un aumento dei contagi, ma a livello di gravità siamo di fronte a una malattia che normalmente è più lieve rispetto a quello che avveniva con le altre varianti Omicron, con una durata di ricoveri più breve e meno quadri gravi. In ogni caso è evidente che questo è un elemento di preoccupazione, non tanto per oggi ovviamente, quanto per il domani".

 

 

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