Omicron, gli otto sintomi: lo studio che cambia tutto, come riconoscere il contagio
Sono otto i sintomi che indicano se hai contratto la variante Omicron e nessuno di questi va preso sottogamba. A elencarli è uno studio realizzato in Sudafrica. La ricerca prende in esame 78.000 casi di contagi dovuti alla nuova e più contagiosa mutazione del Covid. Si tratta di campanelli d'allarme che vanno dal mal di schiena nella zona lombare al mal di gola. Compresi anche il naso che cola, la congestione, il mal di testa, la stanchezza, gli starnuti, la sudorazione notturna e i dolori muscolari.
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A sorprendere gli esperti sarebbe però la sudorazione notturna, mentre non sono stati notati la perdita dell'olfatto e del gusto che venivano segnalati in chi era stato contagiato dalla variante Delta. Gli effetti della Omicron sono dunque più blandi. "Omicron è meno capace di infettare il polmone profondo - conferma a Repubblica il virologo Guido Silvestri, professore della Emory University -. Diciamo che è bravissima a colpire l'apparato respiratorio superiore, ma è zoppa quando si tratta di attaccare il polmone. Questo spiega anche il quadro clinico".
In ogni caso non c'è da star tranquilli. Sempre secondo Silvestri questi "sintomi" leggeri non ci devono far credere che il peggio sia passato: "La più grande fesseria che potremmo fare è pensare che il Covid sia andato via, perché con l'estate calano i casi nei Paesi occidentali, si riapre la società, e la gente smette di vaccinarsi. Poi a ottobre o novembre arriva una variante più brutta, magari dalla Thailandia, Madagascar o Argentina, e siamo tutti scoperti".