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Omicron, "non aprite quella lettera": come sarebbe arrivato il contagio in Cina (e chi ci sarebbe dietro)

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È allarme in Cina per una lettera spedita dal Canada che conterebbe la variante Omicron. Tracce del virus sarebbero infatti stare rilevate sulla confezione esterna e sulla superficie interna: così si sarebbe contagiato il primo uomo risultato positivo a Omicron. Il condizionale è sempre d’obbligo quando si parla del regime cinese, soprattutto in relazione alle informazioni sul Covid.

 

 

Dopo la scoperta della “lettera infetta”, l’autorità postale di Pechino ha emesso un ordine per garantire che tutta la posta proveniente dall’estero venga sanificata. Inoltre è stato disposto il rafforzamento della disinfestazione, della ventilazione e dei test sui lavoratori del settore, anche perché tra tre settimane ci sono le Olimpiadi e la Cina non ha alcune intenzione di farsi trovare impreparata dal punto di vista della gestione dell’epidemia. Quindi il primo caso di Omicron ufficialmente riscontrato a Pechino è stato ricondotto a una missiva proveniente dal Canada.

 

 

“Non escludiamo la possibilità che la persona sia stata infettata dal contatto con un oggetto dall’estero”, ha dichiarato Pang Xinghuo, vicedirettore del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Pechino. Da qui l’invito a tutta la popolazione di evitare la posta internazionale arrivata di recente o di aprirla soltanto all’aperto e indossando i guanti. In realtà gl esperti considerano basso il rischio di infettarsi via posta e non ci sono indicazioni che con Omicron sia diverso, ma la Cina è comunque corsa ai ripari.

 

 

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