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Omicron, la profezia del boss Pfizer: "Quadro drasticamente cambiato, a cosa ci condanna la mutazione", da incubo

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Omicron mette i bastoni tra le ruote anche ai colossi farmaceutici. Come spiegato da Albert Bourla in occasione della conferenza con la banca d'affari Goldman Sachs, la nuova variante del Covid "ci fa chiedere se abbiamo bisogno di una quarta dose rapida prima di procedere con il piano di vaccinazioni annuali". Non a caso, ricorda l'amministratore delegato di Pfizer, "già oggi Omicron ha spinto a dare la terza dose non a sei mesi come era inizialmente previsto, ma a tre. E questo cambierà drasticamente il panorama".

 

 

Qualsiasi saranno le condizioni la comunità scientifica non ha alcuna intenzione di arrendersi, con Pfizer ottimista e in grado di affermare che "avremo un vaccino efficace su Omicron entro la scadenza che avevamo ipotizzato: fine marzo". Quest'ultimo, conferma lo stesso Bourla, sarà disponibile "in miliardi e non milioni di dosi". Il futuro rimane comunque incerto: "Non so se ci sarà quella necessità o altre, perché sto già vedendo emergere dopo Omicron numerose altre varianti", ammette il Ceo amareggiato.

 

 

Il timore ormai diventato certezza è che "il virus non andrà via e presumiamo che resti per un decennio. Sarà endemico ovunque, ha e avrà la capacità di creare varianti quindi vivrà, in un modo o nell'altro, insieme al genere umano per gli anni a venire. Questo è quel che crede la maggioranza degli scienziati e anche quella dei principali opinion leader". La seconda certezza per Bourla "è che la protezione immunitaria con le varianti che conosciamo e ora pare anche con Omicron, è di durata breve, sia con il vaccino che con l'infezione naturale: pochi mesi, sempre meno. Per questo si è fatta strada l'idea di una quarta dose almeno prima di procedere con la regolare vaccinazione annuale". Come lui anche il collega di Moderna, Stephane Bancel, è convinto di dover ricorrere a una quarta dose. In caso contrario i rischi sono quelli che già conosciamo.

 

 

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