Omicron, il sintomo "invisibile" della variante: una pericolosa scoperta, come ci frega
La variante Omicron è ancora un mistero per gli studiosi. Fino ad ora i ricercatori sono riusciti a dimostrare che la nuova mutazione del Covid ha un impatto superiore sui bronchi rispetto ai polmoni, ma i sintomi sono ancora poco chiari. Tim Spector, capo scienziato dell'app Zoe (impegnata a tenere traccia dei sintomi del virus) ha dimostrato che la maggior parte dei contagiati non soffre più di tosse persistente, febbre e perdita dell'olfatto e del gusto. "In linea di massima - ha detto il professor Spector - quello che stiamo vedendo ora è che la maggior parte delle persone che risultano positive al tampone molecolare hanno effettivamente sintomi simili al raffreddore e non hanno la classica triade che ci ha abituato in precedenza".
Quella che è emersa è dunque una condizione sintomatica più lieve, che a molte persone sembra proprio un forte raffreddore. I sintomi della Omicron avrebbero così ben poco a che vedere con quelli della Delta. E non ci sarebbe da stare tranquilli, perché l'assenza di segnali "particolari", porta le persone a essere ignare di riscontrare una positività al Covid e, di conseguenza, aumenta la sua trasmissione.
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"Le persone non possono più attendere di soffrire della perdita del gusto e dell'olfatto, o la tosse persistente, per fare un tampone. È fondamentale non sottovalutare sintomi come il banale raffreddore, o un semplice mal di testa, perché più del 50 per cento delle persone che si presenta senza i classici sintomi del Covid, risulta comunque positivo al test". Una rassicurazione però c'è: "Quasi tutti i pazienti sono migliorati dopo circa cinque giorni". Non solo, perché la maggior parte di questi fa parte di una fascia di età giovane che rischia in minor modo di finire in ospedale.
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