Omicron, "Pfizer sapeva in anticipo della variante". Una bomba sul colosso: chi è quest'uomo, cosa disse il 17 novembre
"Pfizer già sapeva della variante Omicron". L'ultimo sospetto su Covid e le aziende di Big Pharma riguarda la Biontech, che da giorni sta lavorando a un nuovo siero "aggiornato" per far fronte alla mutazione sudafricana che sta spaventando nuovamente il mondo. I più pessimisti parlano di sei mesi di tempo per mettere a punto un nuovo scudo anti-virus, Pfizer però conta di riuscirci nel giro di 100 giorni. Un altro miracolo della scienza, ma c'è chi alza il ditino per muovere qualche appunto.
"Un giorno, probabilmente, ci sarà un virus mutante che non sarà controllato in modo efficiente dagli attuali vaccini - spiegava Mikael Dolsten, direttore scientifico e presidente di ricerca, sviluppo e medicina a livello mondiale di Pfizer, lo scorso 17 novembre -. Le due aziende che producono vaccino con l'mRna, noi e Moderna, abbiamo modo di intervenire molto velocemente, ma servono forse ancora cento giorni per cambiare la produzione e poter produrre poi un miliardo di dosi". La data è importante, riporta il Tempo, perché il 17 novembre ancora della Omicron ufficialmente non si era iniziato a parlare.
Gli interlocutori di Dolsten erano analisti finanziari, preoccupati per i rischi connessi alle varie varianti del Covid visti i precedenti degli ultimi mesi. Dopo pochi giorni, riporta il quotidiano diretto da Franco Bechis, ecco la brutta sorpresa della Omicron. "Il direttore scientifico di Pfizer si riferiva proprio a questa mutazione del virus? - domanda il Tempo - Non è da escludere. Anche perché, quando è scoppiato l'allarme Omicron, e tutti i Paesi dell'Unione europea hanno bloccato l'ingresso dei voli provenienti da otto Stati dell'Africa meridionale, Pfizer con grande tempestività ha emesso un comunicato che ricalca fedelmente quanto detto da Dolsten una decina di giorni prima".
Le parole del responsabile di Pfizer non si riferiva solo al SARS-CoV-2, ma ovviamente ogni virgola, ogni sfumatura può dare luogo, in questi mesi complicati, a qualsiasi lettura, anche la più complottista.
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