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Artico, ecco quanto ha iniziato a riscaldarsi: clima, lo studio che ribalta il quadro

Claudia Osmetti
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L'oceano artico ha iniziato a riscaldarsi all'inizio del Novecento, cioè decenni prima di quanto si pensava. Il pianeta che ribolle. Gli allarmi (ce n'è uno al giorno) sulle temperature che aumentano, il meteo che cambia, l'inverno che si assottiglia. Colpa nostra: del gas serra, dell'inquinamento atmosferico, delle attività industriali. Dal protocollo di Kyoto (era il 2009) al G20 sul clima di un mesetto fa. Premessa, ché coi tempi che corrono, a non farla, rischi di finire additato come un molesto "grinch" (ed è pure verde): qui nessuno nega ci sia un problema ambientale. C'è, eccome se c'è. Il mondo nel quale viviamo va trattato con rispetto, non rendersene conto è da sciocchi. Un po' anche da masochisti. Però dobbiamo raccontarcela fino in fondo, la storia di come ci siamo arrivati, alla crisi climatica. Il quadro scientifico di riferimento, a oggi, è ancora parziale. La ricerca va avanti, ci mancherebbe altro, ma tassello dopo tassello. Per esempio: un gruppo di studiosi internazionali coordinati dall'istituto di Scienze polari e da quello di Scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (il Cnr) di Bologna, in collaborazione con l'università di Cambridge, ha recentemente pubblicato un articolo sulla rivista Science Advances nel quale, e per la prima volta, si individua la datazione storica dell'"atlantificazione" dell'oceano artico. Sorpresa, è precedente a quanto finora sospettato.

 

 

 

AI CONFINI DEL GLOBO

L'oceano artico - sul mappamondo lo trovate tra la Groenlandia e le isole norvegesi Svalbard è il più piccolo del pianeta e anche il meno profondo. Ma detiene un altro primato (di gran lunga poco lusinghiero): è quello che più di tutti si sta scaldando. «Il suo tasso di riscaldamento - dice infatti il professor Francesco Muschitiello che insegna Geografia all'ateneo di Cambridge, - è oltre il doppio di quello medio globale». Il fenomeno, tecnicamente, si chiama "atlantificazione" perché è come se le acque atlantiche stessero corrodendo questo spazio di mare su su ai confini del globo: col risultato che, ora, l'oceano artico non solo è più caldo di due gradi centigradi rispetto a quanto lo fosse un secolo fa, ma è persino più salato. Ammettiamolo, non è una buona notizia. Il punto, tuttavia, è che i modelli scientifiche impiegati fino a oggi avevano fissato l'inizio del suo riscaldamento nei primi decenni del XX secolo, invece le temperature han iniziato ad aumentare prima (e da allora non hanno mai smesso di correre sul termometro). «È possibile che l'oceano artico sia più sensibile ai gas serra di quanto credessimo - affermano gli autori dello studio, - nei primi anni del secolo l'uomo aveva già sovralimentato l'atmosfera di anidride carbonica». Niente di paragonabile, però, alle rilevazioni odierne che tanto fanno imbufalire Greta e i suoi compagni del bla-bla-bla. D'accordo, siam stati sconsiderati fin dal principio e, d'accordo, l'idea di metterci un freno, all'inquinamento incontrollato, è sacrosanta: però adesso tocca rivedere tutto il sistema per, magari, farsi un'idea più chiara di quanto sta succedendo. Prima del report del Cnr di Bologna e dell'università di Cambridge non c'era modo di andare così tanto a ritroso nel tempo, perché «le osservazioni da satellite sono limitate all'incirca agli ultimi quarant' anni», spiega il ricercatore Tommaso Tesi che è anche il primo autore del documento in questione.

 

 

 

ARCO TEMPORALE

Il riscaldamento delle acque che lui e i suoi colleghi han messo nero su bianco a beneficio di tutta la comunità scientifica «ha preceduto quello documentato dai satelliti e dai siti osservativi» ed è stato possibile «leggendo le firme chimiche trovate nei microrganismi marini, grazie ai quali abbiamo constato come all'inizio del secolo scorso, la temperatura dell'oceano sia aumentata e il ghiaccio si sia ritirato. Esaminando invece l'intero arco temporale di ottocento anni, i nostri record di temperatura e salinità erano piuttosto costanti. Solo quando siamo arrivati a prendere in esame quel particolare momento storico, abbiamo constato un cambiamento nei parametri». «Questi risultati - chiosa Muschitiello, - implicano che potremmo aspettarci un'ulteriore atlantificazione artica in futuro a causa del cambiamento climatico».

 

 

 

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