Coronavirus "come la mucca pazza". Virus uscito dal laboratorio, la più sconvolgente delle conferme

domenica 24 ottobre 2021
Coronavirus "come la mucca pazza". Virus uscito dal laboratorio, la più sconvolgente delle conferme
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Il Coronavirus nato in laboratorio e sfuggito per sbaglio al controllo degli scienziati? Non è solo l'Oms ha tenere aperta la "pista" sull'origine del virus a Wuhan, ma anche Maurizio Pocchiari, stimato scienziato italiano ed ex direttore del dipartimento di Neuroscienze dell'Istituto superiore di Sanità. Non sarebbe la prima né l'ultima volta, spiega al Corriere della Sera: "Non stupirebbe trovare la prova che il Sars-CoV-2 sia uscito fuori inavvertitamente dal centro di Wuhan dove si studiano i coronavirus. Nessuna misura di contenimento, anche la più sofisticata, può azzerare il rischio".

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E il parallelo, inquietante, è con la malattia di cui Pocchiari è uno dei maggiori esperti al mondo: la Creutzfeldt-Jakob, causata da un prione (agente infettivo di dimensioni più piccole dei virus) e diventata tristemente famosa nel 2001 come "morbo della Mucca pazza", colpendo l'uomo con una variante passata a noi dai bovini affetti da Bse. "Nei centri di ricerca, anche in quelli ad altissima sicurezza, i cosiddetti P3 e P4, non è impossibile che un agente patogeno contamini l'operatore. Nel caso del Sars-2 non è fantascienza ipotizzare che durante una procedura un tecnico abbia inalato le particelle infette emesse, tanto per fare un esempio, durante la fase di centrifugazione di materiale infetto e che le cappe, nonostante siano dotate di chiusura ermetica, non fossero state azionate".

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La stessa dinamica aveva portato alla morte di 3 ricercatori al lavoro sulla variante di Creutzfeldt-Jakob. "Si parla di esposizione occupazionale in un tecnico che aveva maneggiato campioni di topo contaminato con l'agente infettivo che causa l'encefalopatia spongiforme bovina, la Bse, o con quello della variante di Creutzfeldt-Jakob. Poi sappiamo di una 24enne francese morta 19 mesi dopo essersi tagliata. E indossava due paia di guanti". Ci sarebbe anche una vittima italiana, nel 2016, che aveva avuto conttatti in laboratorio con materiale infetto. "Ma non si è mai capito come possa essersi contaminata".

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