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L'elefantessa massacra il coccodrillo, una drammatica verità: "In natura...", cosa c'è dietro

Daniela Mastromattei
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L'amore di una mamma ha la forza di un uragano in tutta la sua potenza. È così, sia negli esseri umani, sia nel mondo animale. Come dimostra un video arrivato dalla Repubblica dello Zambia, dove una elefantessa per difendere il suo cucciolo ha ucciso un coccodrillo calpestandolo col peso di 3 tonnellate. Il grosso rettile aveva com messo un errore imperdonabile: dalle acque poco profonde del fiume Zambesi nelle quali era immerso si era permesso di dare una sbirciatina al "piccoletto" sulla riva. Mamma elefante percepito il pericolo si è scagliata come un tornado: prima l'ha spinto con la proboscide, poi lo ha calpestato ripetutamente fino a ucciderlo. Le immagini, rare e cruenti, sono state girate da Hans Henrik Haahr, un turista danese, durante un safari. E hanno già fatto il giro del mondo. Stiamo parlando di una specie dall'indole pacifica, le mamme però diventano particolarmente aggressive per difendere la prole. E ancora di più negli ultimi tempi, come hanno denunciato ieri i ricercatori della Princeton University lanciando un preoccupante allarme: le elefantesse che vivono all'interno del parco nazionale di Gorongosa, in Mozambico, hanno perso le loro zanne nel giro di pochi decenni. In soli trent' anni, fra il 1977 e il 2004, il numero delle femmine prive di zanne è passato dal 18,5% al 33% del totale.

 

 

 

 

 

 

Una questione dettata dalla malvagità umana. Nel 1977, infatti, il paese è entrato in una sanguinosa guerra civile durata 15 anni, ed entrambi gli schieramenti hanno cacciato gli elefanti per vendere le preziose zanne e ricavare il denaro necessario a finanziare gli sforzi bellici. Alla fine del con flitto, la popolazione degli elefanti nell'area protetta di Gorongosa è diminuita del 90% e la presenza delle femmine senza zanne si è praticamente triplicata, fino alla situazione odierna, in cui un terzo delle elefantesse nasce già privo di zanne. Una forma di adattamento all'uomo, visto che i bracconieri puntano agli elefanti dotati di zanne, quelli sprovvisti hanno più probabilità di sopravvivenza. Ma torniamo all'amore di mamma. La più affettuosa e protettiva è la femmina di orango che sviluppa un legame molto forte con i figli. Nei primi due anni di vita, i piccoli dipendono totalmente dalle loro madri per il cibo e per gli spostamenti. Le mamme non li perdono mai di vista (guai ad avvicinarsi) fino a sei anni, età in cui i cuccioli imparano a trovare il cibo, le tecniche per mangiarlo e i trucchi per costruire i rifugi. Per non parlare dell'iper-protettiva orsa polare che solitamente dà alla luce due gemelli che rimangono con lei fino all'età di due anni. Le orse partoriscono fra novembre e gennaio in una tana scavata fra la neve e, con il loro calore corporeo, riscaldano i cuccioli.

Cuore di mamma. Come dimenticare la storia di una cagnolina che la scorsa estate ha salvato il suo cucciolo. Il piccolo cade in una pozza di catrame, all'interno di un cantiere di Namstsy, in Russia. La sua mamma (randagia) capisce subito che da sola non può tirarlo fuori. Corre. E corre a cercare aiuto. Implorai passanti, cerca di avere la loro attenzioni piangendo e mugolando, fino a quando non incontra i fratelli Vasily e Boris krymkov, due bambini intelligenti e dal cuore grande che capiscono al volo e lo seguono fino alla buca dove il cucciolo era tutto ricoperto di catrame. Immobile. Per un attimo hanno temuto il peggio. Poi ha aperto gli occhi. Lo hanno tirato su, «non aveva neanche un pezzetto di pelle visibile», ha raccontato Vasily «non riusciva a piangere e si lamentava dolcemente, abbiamo impiegato tre ore per lavarlo, prima col solvente, poi col sapone», sotto gli occhi attenti della mamma. Dopo il bagno il cucciolo è stato nutrito e portato dal veterinario e insieme alla mamma (il lieto fine) ha pure trovato una famiglia. Ha fatto il giro dei social la micetta bullizzata da tre cani di grossa taglia. La piccola prova a indietreggiare e ad alzare un po' il pelo. Ma non basta per farli desistere. Non si capisce se vogliano giocare, quando all'improvviso arriva mamma gatta come una furia. Non esita un attimo, non si tira indietro, si aggrappa a uno di loro e inizia a graffiarlo. I cani spaventatati scappano via. Una piccola grande eroina, che ha affrontato il pericolo pur di salvare il suo piccolo tesoro. La mamma è sempre la mamma, questa è una delle poche verità della vita.

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