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Egitto, il robot inglese arrestato: "Cos'hanno trovato dentro", uno sconcertante caso internazionale

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In Egitto si sono messi ad arrestare e detenere in cella anche i robot. Tutto vero: è accaduto al Cairo, dove la creatura artificiale inventata in Gran Bretagna da due ingegneri di Oxford è stata accusata di essere una spia britannica, e per questo incarcerata per dieci giorni. “Lei è una robot-artista, non una spia”, ha dichiarato Aidan Meller, uno dei suoi creatori ovviamente tra lo sconvolto e il divertito per l’incredibile situazione.

 

 

“È ironico: lo scopo di Ai-Da (così è chiamato il robot, ndr) è proprio mettere in guardia gli uomini dagli abusi della tecnologia e invece proprio per la sua struttura tecnologica è stata arrestata”, ha commentato Meller. In pratica la donna robot, famosa in tutto il mondo per i quadri che da due anni realizza in completa autonomia, doveva essere esposta alla mostra di arte contemporanea Forever is Now, in programma al Cairo. Solo l’intervento dell’ambasciata britannica ha permesso di risolvere la situazione, con il robot-artista che è stato rilasciato dalle autorità egiziane.

 

 

A creare l'equivoco è stato il fatto che Ai-Da presenti delle telecamere al suo interno. Si tratta della creatura artificiale più sofisticata e ultra-realistica realizzata negli ultimi anni, nonché la prima a partecipare a una mostra d’arte: dopo il rilascio, Ai-Da ha potuto partecipare all’esposizione, allestita nelle piramidi della Necropoli di Giza.

 

 

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