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Covid, le nuove varianti? Come può cambiare il vaccino, quanto tempo serve: lotta contro il tempo

 Vaccini anti-Covid

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A fronte di una variante Delta molto più contagiosa rispetto all'originale virus di Wuhan e di una sotto-variante che sembra persino più contagiosa ancora, come si stanno muovendo gli attuali produttori di vaccini? Stanno facendo qualcosa in previsione di nuove mutazioni che magari potrebbero bucare quelli disponibili attualmente? La rivista Nature, ripresa dal Corriere della Sera, ha posto queste domande ai tre grandi produttori di vaccini anti Covid, Pfizer, Moderna e AstaZeneca per capire come si stanno preparando a questo possibile scenario.

 

 

Tutte e tre le aziende si sono "esercitate" sulle varianti conosciute di Sars-CoV-2 come Beta e Delta, "hanno testato con studi clinici vaccini aggiornati e messo a punto flussi di lavoro per essere pronti a muoversi velocemente se e quando dovesse emergere davvero una nuova variante immune escape". "Non siano ancora arrivati al punto in cui l’aggiornamento del vaccino è necessario", assicura Paul Bieniasz, virologo della Rockefeller University di New York City. "Esercitarsi con le varianti esistenti sembra un approccio ragionevole". 

 

 

Anche perché i vaccini che abbiamo forniscono un'alta protezione contro Delta e le altre varianti note, almeno nella prevenzione di malattia grave e ospedalizzazione. Pfizer, Moderna e AstraZeneca al momento sostengono che non serve un vaccino ad hoc aggiornato. "Se dovesse emergere una variante di fuga immunitaria i produttori di vaccini a mRNA come Pfizer o Moderna potrebbero probabilmente progettare e sintetizzare l’aggiornamento in pochi giorni. I vaccini a vettore virale come AstraZeneca potrebbero seguire a ruota". In "cento giorni". 

 

 

Intanto Pfizer sta testando un vaccino specifico contro la variante Beta in uno studio clinico randomizzato e controllato con gruppo di controllo che ha coinvolto 930 partecipanti. Ad agosto le aziende hanno iniziato la sperimentazione di un vaccino multivalente contro Alfa e Delta. "Non stiamo svolgendo questi test perché pensiamo di averne bisogno per contrastare questi ceppi ma per testare tutti i passaggi necessari per aggiornare il vaccino: dalla ricerca pre clinica, alla produzione, ai test clinici fino alla presentazione dei dati agli Enti regolatori in modo da essere pronti e veloci a partire in caso di necessità", spiega Philip Dormitzer, vicepresidente e direttore scientifico nel dipartimento di sviluppo dei vaccini virali di Pfizer. Uno sorta di prova generale , dunque. 

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