Castagne, "non buttate via la buccia". La sorprendente dritta che ti salva la salute
Arriva l'autunno, tornano le castagne. Uno dei cibi più apprezzati e tipici della stagione fredda nasconde però qualche insidia. Arrostite, al forno o bollite, mangiate da sole (magari accompagnandole da un buon bicchiere di rosso), sotto forma di puré o accompagnate alle carni o anche come dolce, le castagne sono protagoniste di ricette eclettiche, dal rustico all'elegante e ricercato, ma portano con sé lo stesso, ricorrente problema: che fare con gli abbondanti scarti?
Non si parla solo della percentuale filosofica di castagne "bacate", ma della buccia. Pochi sanno in realtà che anziché scarti, gli involucri esterni del frutto possono essere utilizzati in modi utilissimi e disparati. Come ricorda il sito specializzato in cucina Agrodolce.it, infatti, possono diventare un riflessante naturale per i capelli castani ("Occorre semplicemente far bollire per circa mezz’ora le bucce di 10-15 castagne in una pentola contenente 1,5 litri di acqua, coprendola con un coperchio e mantenendo la fiamma bassa", e una volta filtrato il decotto e lasciato raffreddare, usare il liquido come ultimo risciacquo), oppure compost per le piante. una volte sminuzzate e mescolate al terriccio, come base per una tisana rilassante ("mettendo nel bollitore un litro di acqua e 30 grammi di bucce di castagne", per rinforzare le ciglia.("Versate in un pentolino 250 cc di acqua, portate a ebollizione e unite 20 grammi di bucce. Lasciate passare 10-15 minuti, spegnete il fuoco, filtrate e fate intiepidire". Insomma, proprio come il più celebre maiale, anche delle castagne "non si butta via niente".