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AstraZeneca, la confessione della madre del vaccino: "I miei figli i primi volontari"

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"Il nostro vaccino non è di certo perfetto, come non lo è nessuno, ma viene utilizzato in 172 Paesi con ottimi risultati": a parlare è Sarah Gilbert, 59 anni, professoressa e massima responsabile della ricerca e della creazione del vaccino di Oxford-AstraZeneca. La "madre" del farmaco che ha fatto tanto discutere. In merito alla rinuncia da parte dell'Europa, l'esperta - in un'intervista a Repubblica - ha dichiarato: "Se l’Europa non vuole utilizzarlo e ne ha altri a disposizione, non mi sembra un gran problema. Tanti altri Paesi nel mondo ne hanno bisogno e il vaccino di Oxford per loro è più facile da conservare (in un frigo) e costa anche di meno".

 

 

 

La Gilbert, poi, ha spiegato di non aver prestato molta attenzione alle numerose critiche che sono state fatte al suo vaccino nel corso del tempo: "Per quanto riguarda me e il nostro team, abbiamo pensato soltanto a lavorare e continuare con la ricerca, non abbiamo molto tempo per pensare a cosa dicono gli altri. Quello che come Oxford abbiamo sempre cercato di fare è spiegare l'utiltà di questo vaccino mediante la scienza, mentre a volte politici e giornalisti hanno riportato dati e opinioni in maniera superficiale". Alla domanda più delicata, quella relativa ai casi di trombosi, seppur rari, collegati al farmaco, la professoressa ha risposto: "Anche Pfizer ha avuto i suoi effetti collaterali, come i rari casi di miocardite dopo la seconda dose. Per quanto riguarda il nostro vaccino, si tratta di un evento rarissimo nella prima dose e ancora di meno nella seconda".

 

 

 

La ricercatrice, infine, ha parlato anche di un aspetto della sua vita privata. Ha rivelato che suo marito ha lasciato il lavoro per accudire i loro tre gemelli : "I lavori accademici e scientifici purtroppo spesso non sono ben pagati e con tre figli tutti insieme non potevamo permetterci una tata. Allora lui, che allora guadagnava meno di me, ha deciso di lasciare il suo lavoro per qualche tempo. Ora tutti e tre studiano biochimica e hanno partecipato da volontari ai primi test del vaccino, quando era in fase di sperimentazione. Una soddisfazione, da scienziata e da mamma".

 

 

 

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