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Variante Delta "sotto pressione, sta già cambiando". In Italia l'incubo dell'ultima mutazione: "Massima allerta", le zone colpite

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Il coronavirus muta. I ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis hanno scoperto che una singola mutazione conferisce a SARS-CoV-2 la capacità di entrare nelle cellule attraverso un'altra via, che non richiede il noto recettore ACE2. Una pessima notizia visto che gli organi, che ne presentano un alto numero, sono un ingresso privilegiato nell'organismo. "Questa mutazione si è verificata in uno dei punti che cambia molto mentre il virus circola nella popolazione umana- spiega Sebla Kutluay, assistente professore di microbiologia molecolare e autore senior dello studio, appena pubblicato su Cell Reports - Il più delle volte, recettori alternativi e fattori di attaccamento migliorano semplicemente l'ingresso ACE2-dipendente. Ma in questo caso abbiamo scoperto un altro modo per infettare una cellula polmonare umana. Dobbiamo assolutamente indagare di più".

 

 

Per gli esperti quella della mutazione è la risposta di "un virus sotto pressione selettiva" che tenta di entrare nelle cellule anche senza usare ACE2. "Fa paura pensare alla popolazione mondiale che combatte un virus, che sta diversificando i meccanismi per infettare le cellule", fa eco il docente di Biologia Cellulare e Fisiologia, Ben Major mentre vengono analizzati gli anticorpi di persone vaccinate e guarite. I dati fino ad ora raccolti assicurano che nonostante qualche variazione, le difese si sono dimostrate ancora efficaci. È possibile infatti che il virus utilizzi ACE2 fino a quando ci sono cellule disponibili, per poi passare al percorso alternativo. 

 

 

E infatti in Emilia Romagna sono già state individuate alcune sottovarianti della Delta, la mutazione indiana del Covid, riscontrata solo in altri sette casi al mondo. "La derivazione dalla Delta - spiega all'Ansa Vittorio Sambri, direttore dell'unità operativa di Microbiologia del laboratorio unico di Pievesestina (Cesena) dell'Ausl Romagna - si vede in modo chiarissimo dall'analisi filogenetica. Ma voglio sottolineare che aver trovato questa sottovariante ha un valore unicamente virologico: ci dice che il virus, come ci aspettiamo che faccia, sta continuando a cambiare". Non sarà - tiene comunque a precisare - più contagiosa, né porterà a una malattia più grave. Le sottovarianti della Delta individuate fino ad ora non ha niente a che vedere con la "plus", il ceppo più virulento.

 

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