Massimo Galli, come vuole punire gli over-60 che non si vaccinano: l'ultima battaglia del "discotecaro"
Premiare i giovani vaccinati, punire gli over 60 che dicono no alla puntura. Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, intervistato dal Giornale fissa la nuova battaglia. Personalmente, ha perso quella sulle riaperture: per settimane ha definito il "rischio calcolato" di Mario Draghi come "un azzardo" mortale o quasi. Ora chei fatti l'hanno smentito, il professor Cassandra fa spallucce: "Ad aprile i dati non erano positivi e c'era l'incognita delle varianti. Però ci è andata benissimo e ho provato una profondissima gioia. Non godo avendo ragione quando le cose vanno male".
Galli è "in estasi" anche per l'esercito ci giovani e giovanissimi che si sono accalcati ai centri vaccinali per immunizzarsi. Per questo, spiega, vanno premiati. "In questo momento in cui la campagna vaccinale sta andando a gonfie vele, non va più detto di non fare qualcosa, ma di farla in sicurezza e con attenzione. E quindi bisogna diventare premiali e concedere incentivi a chi si vaccina. Dobbiamo abbattere ogni barriera ideologica e indicare la strada giusta da percorrere, anche ai ragazzi". Ad esempiom aprire le discoteche, "ma solo a chi è vaccinato anche con una dose e che abbia sviluppato degli anticorpi, a chi ha già avuto il Covid e ha un certificato che dimostri di avere gli anticorpi attivi, a chi si fa un tampone prima di entrare".
Il problema vero però è rappresentato dallo zoccolo duro di "over 60" che il vaccino non vuole proprio farlo, pur essendo al momento la categoria più a rischio. "A una certa età sperare di rimanere fuori dal Covid significa fidarsi un po' troppo e si corre stupidamente un rischio", è l'analisi di Galli. La soluzione? Non tanto l'obbligo vaccinale, ma lo stesso principio della premialità proposto per i giovani: "Io, per esempio, metterei qualche limitazione significativa, come non poter entrare nei locali o nei ristoranti senza il green pass. Forse così la gente ci ripensa".