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Coronavirus, Francesco Le Foche: "Dal caldo il colpo di grazia al Covid, a fine agosto immunità di gregge"

Alessandro Gonzato
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«Fino ai 12 anni pare che la vaccinazione funzioni al 100%. Se poi sarà rapida l'immunizzazione dai 12 ai 16 la riapertura della scuola sarà molto diversa dal 2020» «Il 10% delle coppie che volevano sposarsi prima della pandemia si sono lasciate. Hanno risparmiato...» «Sui bambini dai 6 mesi ai 12 anni la vaccinazione pare che funzioni al 100%. Ci sono test molto incoraggianti: in questa fascia d'età il sistema immunitario è quasi perfetto. Se poi sarà rapida anche l'immunizzazione dai 12 ai 16 ecco che la riapertura della scuola sarà molto diversa rispetto all'anno scorso e non dovremmo avere altre ondate. Ma già adesso, con l'arrivo dell'estate, siamo pronti a dare la spallata decisiva al virus, almeno in Italia. È un momento determinante, stavolta ci siamo».

Il professor Francesco Le Foche, immunologo clinico, responsabile del Day hospital di Immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I di Roma e docente all'Università La Sapienza, parla dati alla mano. «Il rapporto tra tamponi effettuati e positività riscontrate è ormai stabile al 2%, significa che siamo in una fase di transizione. È molto probabile che nelle prossime 3 settimane i ricoveri continueranno a calare: vaccinati anche gli ultimi ultra 70enni inizierà la convivenza col virus. Il dato scientifico è chiaro: l'immunizzazione di massa ha funzionato».

Professore: sarà il caldo a dare il colpo decisivo al Covid?

«Sì, anche perché quest' anno abbiamo i vaccini e sono migliorate ulteriormente le cure. Già l'anno scorso a luglio e agosto il numero delle infezioni e dei ricoveri era sceso drasticamente. A breve ricominceremo a vivere all'aperto, la temperatura salirà e per il virus sarà molto più difficile riprodursi».

Mi scusi, leggo sul Corriere della Sera: "Matrimoni: inviti in base agli spazi e ballo fino a 15 minuti".

«E vabbè».

Cos' è, un "no comment"?

«E vabbè No però aspetti, in realtà c'è un dato interessante».

Quale?

«Pare che circa il 10% delle coppie che avevano programmato di sposarsi prima della pandemia e che hanno deciso di posticipare poi si siano lasciate. Hanno risparmiato sia sul matrimonio che sul divorzio».

I ricercatori della Duke University (California, ndr) hanno scoperto un nuovo Coronavirus trovato nel 2018 in Malesia in un bambino colpito dalla polmonite. Non è chiaro se stia circolando tra gli esseri umani. Dobbiamo preoccuparci per l'ennesima "variante"?

«Al momento mi concentrerei sul "fungo nero" che sta colpendo l'India, non penserei ad altro. Ma mi permetta: è il paradigma a livello generale che va cambiato secondo me, altrimenti saremo sempre qui a rincorrere gli eventi».

Cioè?

«Negli ultimi anni abbiamo messo al primo posto l'economia, che però spesso non tiene conto dell'umanità. Dobbiamo investire a livello planetario sugli ecosistemi. Faccio un esempio: puntare all'immunità di gregge nei singoli Stati è giusto, serve a salvare molte vite e di questo passo credo che in   Italia ci arriveremo entro fine agosto. Però, visto che è impossibile sigillare un Paese, l'immunità dev' essere mondiale: dev' essere questo il vero obiettivo, perché oggi un'epidemia può trasformarsi in pandemia in poche ore».

 

 

 

Terrebbe chiuse le frontiere con alcuni Stati fino all'autunno?

«Serve un patto vaccinale che ci permetta di capire in tempo reale dove si può andare e dove no. Il "Green Pass" va in questa direzione. In quest' anno e mezzo è mancata un'organizzazione sanitaria europea, un ministero unico che desse linee guida univoche in accordo con l'Oms».

Ne è certo professore? Oms, Ema e Ue hanno commesso errori a ripetizione: gli asintomatici che non infettano, i dubbi sulle mascherine, le forniture dei vaccini, il pasticcio Astrazeneca

«Appunto: serviva una guida unica, un organismo autorevole, e non autoritario - attenzione - in grado di attuare una politica sanitaria europea di alto livello, con decisioni rapide e coordinate. Non si può essere europei a giorni alterni: o lo sei o non lo sei. L'Ema, ad esempio (l'Agenzia europea per i medicinali, ndr), dovrebbe essere come il Cdc di Atlanta e coordinarsi con le agenzie regolatorie nazionali. Però non voglio polemizzare: speriamo che sia un insegnamento per il futuro».

A L'Aria che Tira, su La7, lei ha detto che il vaccino anti-Covid ci permetterà di sconfiggere anche il cancro. Ci spiega?

«La tecnica a “Rna messaggero” è molto duttile, per cui avremo la possibilità di adattarla a nuovi antigeni. L’Rna messaggero induce la produzione di anticorpi contro la proteina Spike, la responsabile del Covid. Una parte di questa proteina è comune ad altri virus, quindi con un solo vaccino potremo essere protetti da più malattie. Potremo ordinare alla cellula quale anticorpo produrre. In sostanza partendo da questa base vaccinale e cambiando di volta in volta pezzi di materiale genetico potremo preparare altri farmaci».

 

 

 

In meno di un anno è stato sviluppato il vaccino anti-Covid. Perché non ce n’è ancora uno per l’Hiv?

«Cerco di sintetizzare: il virus dell’Hiv muta molto velocemente, cambia da persona a persona, ed è questa la difficoltà principale. Le cure però sono migliorate tantissimo.Oggi se ci si sottopone al trattamento e si effettuano controlli periodici non si muore più di Hiv».

Un’ultima cosa: la mascherina fino a quando?

«Quindici giorni in più o in meno non mi sembra fondamentale. Tra poco saremo tutti vaccinati».

 

 

 

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