Pfizer e seconde dosi, Fabrizio Pregliasco: "Vogliono pararsi le terga, di cosa hanno paura". Cosa c'è dietro la frenata

mercoledì 12 maggio 2021
 Fabrizio Pregliasco

 Fabrizio Pregliasco

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"Vuole pararsi le terga". Con quattro parole il professor Fabrizio Pregliasco spiega perché Pfeizer vuole che il richiamo del suo vaccino venga somministrato a 21 giorni e non a 42 come vuole il nostro governo. In una intervista a Il Tempo, il direttore sanitario dell'Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, osserva: "Si sa che nella casistica, da studi clinici, ci sono dati che si riferiscono da 21 giorni a 42 giorni. Quindi c'è la possibilità, nella pratica reale, di ampliamento. La Pfizer, in pratica, ha voluto smarcare l'aspetto legale. In altri termini, s' è voluta parare le terga. È chiaro che quanto più si è standardizzati alle indicazioni del bugiardino meglio è. Poi le scelte di utilizzo con ampliamento dei tempi ci sono state e tra l'altro documentate".

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Resta poi l'ipotesi di una terza dose a fine anno: "Si è visto che le attuali varianti sono ben coperte dai vaccini in distribuzione. Quindi, l'ipotesi della terza dose va vista in un futuro", prosegue Pregliasco, "quando si avranno le idee un po' più chiare sulla copertura vaccinale, cosa che a tutt' oggi non sappiamo in quanto occorre un po' di tempo per conoscere questi dati. Come bisogna capire se eventuali altre varianti del virus possono sfuggire dalla protezione del vaccino". In sostanza, "per questa fase bisogna prepararsi, nulla ancora è stabilito. Bisogna anche immaginare futuri scenari come la continua presenza del virus che non se ne andrà con questo giro di vaccinazioni", avverte il virologo". Serve, quindi pensare anche a strutture che possano produrre il vaccino".

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Secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, quando raggiungeremo la quota di 30 milioni di vaccinati potremo camminare all'aperto senza mascherina. Un'ipotesi che sostiene anche Pregliasco: "D'altronde arrivando a una buona protezione dei soggetti fragili e degli anziani, anche se ci sarà un rialzo di casi, non vedremo quell'effetto pesante delle ospedalizzazioni. In pratica, con la metà della popolazione vaccinata si pub pensare di togliere mascherina all'aperto. Non è una data certa ma questo potrebbe avvenire già il primo luglio".

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