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Australia invasa dai topi, "come la piaga biblica". Conseguenze devastanti, un disastro sanitario
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Vaste aree dell'Australia sono alle prese con una vera e propria invasione di topi. Sui social decine di video testimoniano l'inquietante fenomeno, già indicato come "mouse plague", "piaga", ricollegandosi alle punizioni divine di cui parlano Vecchio testamento e Corano. L'evento non è solo curioso e per certi versi terrificante dal punto di vista scientifico, ma ha anche un pesantissimo effetto economico: migliaia di agricoltori infatti hanno visto raccolti e terreni devastati dalle orde di roditori e ora hanno ottenuto dalle autorità di poter utilizzare esche con il contenuto di tossicità raddoppiato rispetto a quello normalmente consentito, proprio per arginare l'avanzata dei ratti. Non solo: hanno chiesto ai governi del New South Wales e del Queensland, le regioni più colpite dalla sciagura naturale, un aiuto economico per affrontare gli altissimi e imprevisti costi.
I topi infatti puntano i depositi di orzo e grano, un "paradiso" per i roditori che anche grazie all'abbondanza di cibo si possono riprodurre a ritmo record, dando alla luce i piccoli dopo solo 6 settimane di età e ogni 21 giorni. A poco o nulla, peraltro, sono servite le forti piogge e le temperature più fresche che secondo gli esperti avrebbero dovuto fermare l'avanzata dei topi.
Secondo il Csiro, l'ente scientifico federale, ricorrere a esche con doppia dose di fosfuro di zinco non sarebbe solo necessario, ma obbligatorio, proprio a fronte della riproduzione sconvolgente dei roditori. Gli agricoltori ora chiedono sostegni economici fino a 25mila dollari (l'equivalente di 16mila euro) per ogni singola proprietà agricola. Finora, gli agricoltori hanno spiegato di aver dovuto sborsare fino a 150mila dollari (97mila euro) a testa per procurarsi le esche, a fronte di ulteriori perdite del raccolto fino a 97mila dollari e un impatto sanitario e psicologico devastante, che va da problemi di salute (il 34% degli agricoltori colpiti) ai disturbi del sonno (85%).
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Un santuario alpino sospeso nel tempo e nello spazio
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