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Vaccino, "bere alcol dopo la vaccinazione diminuisce la risposta immunitaria". Tutta la verità di Melania Rizzoli

Melania Rizzoli
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I primi a lanciare l'allarme sono stati i russi, dopo l'approvazione dello Sputnik V, per voce di un funzionario sanitario che aveva contribuito a sviluppare uno dei vaccini antiCovid, Aleksandr Gintsburg: «Bere alcol dopo la vaccinazione diminuisce la risposta immunitaria, può interferire con la reazione infiammatoria e rendere inefficace la terapia profilattica», aggiungendo che si dovrebbe evitare l'assunzione di alcol nelle due settimane prima di ricevere il vaccino e poi astenersi per 42 giorni dopo, e che tale raccomandazione valeva non solo per lo Sputnik V, ma per qualsiasi altro vaccino.

Il popolo russo notoriamente registra un consumo quotidiano importante di alcolici, anche a lungo termine, e tale annuncio è stato diffuso dagli Uffici Sanitari Nazionali nella consapevolezza che, essendo necessarie due o tre settimane dopo la prima dose vaccinale affinché il corpo generi livelli protettivi di anticorpi contro il Coronavirus, tutto ciò che interferisce con la risposta immunitaria è motivo di preoccupazione e andrebbe evitato.

 

 

LA RISPOSTA - A tale comunicazione scientifica, allo scopo di fare chiarezza sulla disinformazione che si è diffusa immediatamente dopo la notizia russa sui social media, ha risposto immediatamente il Center for Virus Research dell'Università della California, pubblicando una ricerca sugli effetti dell'alcol sulla risposta immunitaria, dimostrando che "con quantità moderate" di alcol non si evidenzia un rischio particolare, anzi, gli studiosi hanno evidenziato che a lungo termine quantità di alcolici ridotte o moderate potrebbero giovare al sistema immunitario riducendo addirittura l'infiammazione.

Durante la prima ondata della pandemia Covid19 dello scorso anno si era diffusa la fake news che l'alcol in qualche modo proteggesse dall'infezione virale impedendone il contagio, disinfettando la bocca, la gola e le prime vie respiratorie, mentre è noto al contrario che tra consumo di alcol e infezioni virali esiste una correlazione ben precisa dose dipendente, e nel caso del Coronavirus le bevande alcoliche, quando consumate in eccesso, possono agire come fattore di rischio per lo sviluppo della polmonite interstiziale, attraverso diversi meccanismi molecolari che indebolirebbero il sistema immunitario, riducendo le capacità dell'organismo di fronteggiare le malattie infettive. Questa teoria però non è stata ancora confermata da nessuna ricerca scientifica, ed anche nelle linee guida rilasciate dall'OMS non si menziona la possibilità dell'alcol di influenzare in modo negativo gli effetti di qualunque vaccino.

 

 

NON ECCEDERE - Il fatto inconfutabile è che le conseguenze sull'organismo e il sistema immunitario dell'assunzione di bevande alcoliche dipendono dalle dosi ingerite, per cui è certamente sconsigliato dopo il vaccino eccedere nella consumazione o, peggio, abbandonarsi al "binge drinking", mentre l'assunzione di dosi moderate di vino durante la giornata non incide affatto sulle reazioni di difesa del nostro corpo. Certo occorre essere molto consapevoli di cosa significhi "bere moderatamente", ma quello che è sicuro è che non ci sono prove che bere uno o due drink al giorno possa rendere meno efficace uno o qualsiasi degli attuali vaccini AntiCovid. Un brindisi "liberatorio" dopo il vaccino? L'importante è non esagerare.

 

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