Mammut ricreati in laboratorio. Tutto vero: il piano russo, dettagli (e motivi) sconvolgenti
Riportare in vita il Mammut per salvare il pianeta Terra. Non è la trama di un nuovo capitolo della saga di Jurassic Park, come ironizza anche il Messaggero riportando la notizia, anche se c'è da giurare che a Steven Spielberg piacerebbe da impazzire e riuscirebbe a tirarne fuori un altro capolavoro. Né il progetto di uno scienziato pazzo. Tutto vero, come suol dirsi: si tratta di uno studio, molto concreto, di un gruppo di scienziati impegnati nella lotta al cambiamento climatico. E il bestione che visse diecimila anni fa, lontana versione "preistorica" dell'odierno elefante, sarebbe il loro asso nella manica.
Il lanoso mammifero dalle zanne enormi e ricurve, infatti, potrebbe contrastare il surriscaldamento globale. Come? Dopo averlo creato in laboratorio, finirebbe per ripopolare la tundra siberiana, preservando il delicatissimo permafrost (lo strato di ghiaccio polare permanente), mangiando e mantenendo sotto controllo la vegetazione della tundra artica. Questo bloccherebbe il rilascio dei gas serra nell'aria, uno degli elementi scatenanti del climate change. Con la loro estinzione, infatti, si è registrato un aumento esponenziale della vegetazione in aree fino ad allora ghiacciate.
Il progetto di far resuscitare i mammut parte da lontano, la prima bozza è del 1996, e secondo il geofisico russo Sergey Zimov, fondatore del Pleistocene Park in Siberia (la cosa più vicina a Jurassic Park mai immaginata dall'uomo, appunto), non siamo mai stati così vicini a portarlo a termine. "Il mammut - ha spiegato alla Bbc - potrebbe essere un valore aggiunto per la rinascita di questo ecosistema. Ad esempio, i bisonti sono molto utili perché mangiano gli arbusti, le piccole piante e la corteccia gli alberi". Ma i "Bulldozer a 4 zampe" potrebbero fare di meglio. La procedura è elaborata: estrarre il Dna, creare un embrione, fecondare l'ovulo di un elefante asiatico e aspettare 22 mesi. Costo dell'operazione? "Appena" 6 milioni di dollari. Piccolo problema: servirebbero 80mila capi per popolare tutta la Siberia e non ci sono al momento abbastanza elefantesse indiane versione "madre surrogata". L'alternativa, spiegano gli scienziati, sarebbe inventarae un utero artificiale.