Coronavirus, scoperto il composto naturale che cura il virus "bloccando la sua replicazione"
In attesa che la campagna vaccinale vada a regime c'è da registrare una buona notizia sul fronte delle terapie per curare il Covid. Un composto naturale già noto, l'Indolo-3 Carbinolo ha dimostrato di essere in grado di bloccare, in vitro, l'uscita e la replicazione del virus Sars-Cov 2 dalle cellule malate. In pratica è come se sigillasse il coronavirus all'interno delle cellule già colpite. Impedendone la replicazione, con l'attacco alle cellule sane. L'Indolo-3 Carbinolo , oltre ad essere completamente naturale è già impiegato e ben tollerato dall'organismo. L'idea è di utilizzarlo come antivirale, da solo oppure in combinazione con altri farmaci. Ora si tratta di passare alla fase successiva rispetto alla sperimentazione in laboratorio. «Il composto necessita ora di essere ulteriormente studiato nell'ambito di una sperimentazione clinica per confermare la sua reale efficacia nel trattamento del Covid-19», afferma il professor Carlo Tomino, farmacologo, responsabile del Centro del farmaco dell'Irccs San Raffaele Roma che ha partecipato al lavoro scientifico, frutto di una collaborazione internazionale, e pubblicato ieri dalla prestigiosa rivista Cell Death and Disease ( Nature).
«La sperimentazione clinica è importante», aggiunge Tomino, «perché può rappresentare una nuova arma nella lotta alla pandemia insieme alla campagna vaccinale e considerate le varianti identificate e attese. Peraltro, essendo già utilizzato per altri trattamenti, qualora si dimostrasse del tutto la sua efficacia, l'Indolo-3 Carbinolo potrebbe essere approvato rapidamente». Un dettaglio importante, come si è capito in questi ultimi mesi, dopo i ritardi nella produzione dei vaccini. Il gruppo di lavoro ha identificato una classe di enzimi (E3-ubiquitin ligasi) necessaria al virus Sars-Cov 2 per uscire dalle cellule infette e diffondersi in tutti i tessuti corporei. Per di più è risultato che i livelli di questi enzimi sono elevati a livello polmonare in pazienti positivi al virus. E questo spiegherebbe anche le conseguenze particolarmente severe a livello di apparato respiratorio dell'infezione. Il team di ricerca ha dimostrato anche che la loro attività può essere inibita proprio dal composto naturale Indolo-3 Carbinolo.
AstraZeneca, vaccini e trombosi cerebrali. Il neurobiologo Gilestro: "Chi rischia davvero"
Lo studio consente fra l'altro una maggiore comprensione dei meccanismi molecolari che regolano il ciclo di vita della Sars-Cov 2 aprendo la strada all'identificazione delle relazioni fra organismo ospite e patogeno necessarie per lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di interferire con la replicazione virale, bloccando la trasmissione. Il gruppo che ha condotto la ricerca è stato coordinato dai professori Giuseppe Novelli (Tor Vergata Roma, Italia - Reno, Usa) e Pier Paolo Pandolfi (Renown Institute for Cancer, Reno, Usa e Università di Torino), in collaborazione con tre istituzioni con sede a Roma: l'Ospedale Bambino Gesù, l'Istituto Spallanzani, l'Irccs San Raffaele Roma oltre a varie istituzioni e centri di ricerca statunitensi, canadesi e francesi. Fra l'altro gli enzimi che in vitro vengono inibiti dall'Indolo-3 Carbinolo sono gli stessi che giocano un ruolo decisivo con un altro virus, perfino più pericoloso di quello responsabile del Covid, vale a dire l'Ebola. Per di più si tratta di un composta naturale derivato da elementi che si trovano in quasi tutte le piante crocifere, una una grande famiglia di piante erbacee molto diffuse praticamente in tutto il mondo e dunque facilmente reperibili.