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Covid, vaccino e filler, Francesco D'Andrea: "Nessun effetto collaterale per chi ha avuto interventi di chirurgia estetica"

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Recentemente è stata riportata la notizia in merito a tre pazienti americane di una reazione avversa alla somministrazione del vaccino per il Covid-19 della casa Moderna,  che in precedenza si erano sottoposte a trattamenti di medicina estetica al volto a base di filler. «In merito a quanto accaduto negli Stati Uniti - afferma Francesco D’Andrea, presidente della Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica - è bene precisare che le reazioni avverse sono state in due casi rappresentate da un gonfiore delle aree del volto trattate con i filler subito dopo la vaccinazione, in un altro caso da un angioedema al labbro a distanza di  2 giorni dalla vaccinazione. Tutti i casi si sono stati però risolti rapidamente e senza esiti negativi con una semplice terapia medica a base di cortisone e antistaminici. Non si sono invece registrati episodi di reazioni avverse riferite al vaccino attualmente in uso in Italia della casa Pfizer. In ogni caso - continua D’Andrea - le reazioni riportate dalla stampa sono in numero statisticamente irrilevante e molto rare e tra l'altro di lieve entità. Nessun caso dunque ha richiesto l’ospedalizzazione né ha avuto prognosi grave». In Italia intanto prosegue la campagna vaccinale, ma molte sono le domande e i dubbi che i cittadini rivolgono agli specialisti. Uno di questi riguarda quanto riscontrato in America riguardo l’edema: «Il fenomeno dell'edema è un problema comune a tutti i vaccini - sottolinea il presidente Sicpre - Pertanto ritornando alla possibile correlazione tra vaccino e precedenti trattamenti di  medicina estetica, la situazione è  sotto controllo. Essere portatori di trattamenti di questo tipo non può e non deve rappresentare una controindicazione alla somministrazione del vaccino. Il rischio di infettarsi di Covid è molto più importante di quello di manifestare un po’ di gonfiore in seguito al vaccino. E’ chiaro tuttavia che la situazione deve essere monitorata». E mentre si continuano a sottoporre al vaccino medici e infermieri in prima linea negli ospedali, aumentano in parallelo i problemi per molti pazienti, soprattutto quelli oncologici che rifiutano interventi e cure nelle strutture ospedaliere: «occorre una campagna di informazione capillare e continuativa. Nel nostro settore (siamo oltre mille in tutta Italia) stiamo cercando di rassicurare i nostri pazienti per permettere loro di non interrompere le terapie necessarie per la cura di patologie di nostra pertinenza sia di natura ricostruttiva che di tipo estetico. Come medico e come uomo invito tutti ad avere fiducia nella scienza, al momento l’unica arma per combattere i “vari” Covid. Attualmente i vaccini sono un’arma di prevenzione importante e ritengo che in un prossimo futuro  la cura con gli anticorpi monoclonali, già in via di sperimentazione, rappresenterà  una delle forme più efficaci per sconfiggere senza alcun rischio il virus», conclude D’Andrea.

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