Coronavirus mutato già 6 volte: "Una velocità che lascia attoniti", gravi sospetti sul futuro della pandemia
Il coronavirus è mutato già sei volte. Come spiega il Corriere della Sera, esistono sei diversi sottogruppi imparentati col "capostipite" comparso nella città di Wuhan probabilmente già a dicembre del 2019. Finora però questo aspetto non ha dato grandi preoccupazioni. Solo una mutazione ha dato un certo vantaggio al virus sul piano della capacità di trasmissione tra gli uomini. Stiamo parlando della cosiddetta D614G, una mutazione che ha reso il virus più contagioso ma non più mortale e pericoloso. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori dell’università americana del Wisconsin-Madison, che ne ha scritto sulla rivista Science. La violenza della seconda ondata potrebbe essere dovuta proprio alla mutazione citata: "Il virus si trasmette con una velocità che ci lascia attoniti", ha dichiarato Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
C'è poi l'eventualità che le mutazioni del virus compromettano l'efficacia dei vaccini. Ma i genetisti della University College di Londra hanno spiegato di essere ottimisti sull'efficacia dei farmaci e "sulle capacità di segnalare la presenza di mutazioni per eventuali aggiornamenti dei vaccini". Infatti, dai primi studi sui volontari, sembra che i tre candidati vaccini sappiano produrre anticorpi neutralizzanti contro l’infezione con ampia capacità nei confronti di diversi ceppi virali circolanti.
Un'altra variante di virus è quella trasmessa all'uomo dai visoni. Se ne è parlato innanzitutto in Danimarca, in un allevamento, dove ci sono stati 12 casi di infezione non grave in operatori del settore, contagiati da varianti trasmesse dagli animali, che a loro volta erano stati infettati dall’uomo. Tuttavia il ministero danese ha annunciato che la variante, denominata cluster 5, non è più in circolazione. In Italia non sono stati diagnosticati casi da cluster 5, ma in via precauzionale il ministero della Salute ha sospeso fino a febbraio 2021 l’attività negli allevamenti di visoni, mentre in Danimarca gli animali sono stati abbattuti.