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Coronavirus, Giuseppe Remuzzi: "Tre tipi di virus in Italia, cosa cambia da Nord a Sud. Mi preoccupa la combinazione con l'influenza"

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In Italia ci sono tre tipi di coronavirus. Ne è convinto Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto farmacologico Mario Negri di Bergamo, che in due differenti interviste analizza il presente e il futuro dell'epidemia di Covid19. "È più corretto parlare di tre diverse manifestazioni dell’epidemia", spiega il professore al Corriere della Sera. Nonostante a marzo migliaia di persone siano letteralmente fuggite dalla Lombardia per tornare nel Mezzogiorno (800 solo da Milano), "nelle regioni meridionali i casi di Covid sono stati estremamente limitati. Come si spiega?". Non solo con le misure di lockdown, distanziamento sociale e mascherine adottate da quel momento in avanti. "C’è anche il rapporto tra uomo, virus e ambiente che potrebbe essere diverso tra Nord e Sud".

 

 

 

A Panorama, poi, Remuzzi aggiunge: "Al pronto soccorso non arrivano più malati in crisi respiratoria come sette settimane fa. Qualcosa sta cambiando. Le epidemie si esauriscono, lo farà anche Covid-19, anche se non in tempi brevi. Questa è stata una pandemia che ha unito la gravità della Sars alla contagiosità dell'influenza. Continuerà a stare con noi per uno/due anni. Finché, a furia di circolare, si fermerà". A preoccupare il professore è però "la combinazione tra Covid-19 e influenza stagionale, che potrebbe colpire persone non del tutto ristabilite dal coronavirus. Sarà un grosso problema, a parte l'eventuale ritorno dei contagi. Vaccinarsi contro l'influenza potrebbe proteggere i più fragili, in modo che il coronavirus non trovi terreno fertile per fare danni".

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