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Aids, scoperti due anticorpi in grado di fermare il virus

Una ricerca americana sostiene che si trovano nel nostro organismo
di Tatiana Necchi sabato 17 luglio 2010
Aids, scoperti due anticorpi in grado di fermare il virus

2' di lettura

Un ulteriore passo in avanti nella ricerca sull’Aids. Secondo una ricerca portata avanti da un gruppo di medici statunitensi del “National Institute of Allergy and Infectious Diseases” (Niaid) gli anticorpi contro questa malattia sono da cercare all’interno del nostro organismo. Sotto la guida di John R. Mascola, i ricercatori hanno individuato nel sangue delle persone affette dal virus Hiv due anticorpi naturali, denominati VRC01 e VRC02, che si sono mostrati in grado di eliminare la maggior parte dei ceppi virali, più del 90%, e con un’efficacia maggiore rispetto agli altri anticorpi conosciuti. Questa scoperta è stata pubblicata su “Science” in due articoli che hanno illustrato anche il tipo di azione svolta dal primo dei due anticorpi. Anthony Fauci, direttore del Niaid, ha dichiarato: «La scoperta di questi anticorpi neutralizzanti che combattono l’Hiv e l’analisi strutturale che spiega come operano rappresentano importanti progressi che potranno accelerare gli sforzi per trovare un vaccino preventivo per l’Hiv di uso globale. Inoltre, la tecnica utilizzata dal team per trovare questi anticorpi rappresenta una nuova strategia che potrebbe essere utilizzata per progettare vaccini contro molte altre patologie». Scoprire nuovi anticorpi in grado di combattere il virus è di fondamentale importanza perché l’Hiv si rivela estremamente mutevole e capace di modificare incessantemente le proteine in superficie. Ciò gli permette di non essere visibile al sistema immunitario che non riesce più a combatterlo dando così il via libera alla proliferazione dei ceppi virali. I due anticorpi scoperti si legano al sito di legame CD4, che consente al virus di associarsi ai linfociti e di metterli sotto scacco. Quando il virus ha a che fare con i due anticorpi non può procedere alla sua normale mutazione, rallentando in maniera decisiva l’avanzata della malattia: «Gli anticorpi attaccano una parte del virus che praticamente non varia - ha concluso Mascola - e ciò spiega perché sono in grado di neutralizzare uno spettro così ampio di ceppi del virus».

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