Coronavirus, "forse trovata la cura": l'anticorpo monoclonale che in un mese potrebbe cambiare tutto

domenica 15 marzo 2020
Coronavirus, "forse trovata la cura": l'anticorpo monoclonale che in un mese potrebbe cambiare tutto
1' di lettura

"Trovata la cura che batte il virus". Il titolo di prima pagina del Fatto Quotidiano è di quelli forti, fortissimi. Si parla ovviamente della battaglia al coronavirus e a parlare sono gli scienziati dei laboratori dell'Università di Utrecht, in Olanda. Avrebbero individuato il primo anticoropo monoclonale al mondo in grado di sconfiggere il Covid-19. L'anticorpo 47D11 tra circa un mese, sottolinea Il Fatto Quotidiano, sarà sperimentabile sui pazienti: questo perché è stato individuato come "anticorpo neutralizzante", ossia in grado di aggredire il virus. 

Coronavirus, gli effetti tragici di "Milano non si ferma": l'ultimo bollettino inchioda la campagna di Beppe Sala

L’ultimo bollettino di Giulio Gallera parla di 11685 persone positive al coronavirus in Lombardia, 1865 in pi&ugra...

Il metodo è quello della cosiddetta "immunità passiva". "In questo modo - recitano le conclusioni dello studio olandese - l'anticorpo è in grado di neutralizzare in maniera incrociata SarsCov2" e lo fa "usando un meccanismo indipendente dall'inibizione del legame con i recettori". Proprio per questo "l'anticorpo potrà essere utile", oltre che per guarire i pazienti anche "per lo sviluppo di test di rilevazione dell'antigene".

Lombardia, Giulio Gallera: "Punto di non ritorno in terapia intensiva. E da Roma ci mandano carta igienica, non mascherine"

Giulio Gallera continua a gestire in prima linea l’emergenza sanitaria che il coronavirus ha scatenato in Lombardi...

La notizia è stata accolta con speranza da Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia all'ospedale Sacco di Milano: "È un ottimo traguardo", spiega. E ancora: "Il metodo usato non è in realtà nuovo. Già nel 2003, all'epoca della Sars, Nature pubblicò un mio studio che andava in questa direzione. In Cina, oggi diversi malati sono stati trattati con il siero di pazienti guariti", conclude la Gismondo.