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L'alluminio entra nel club delle bufale alimentari

di Davide Locano domenica 9 febbraio 2020

3' di lettura

Dopo la carne rossa, accusata ingiustamente di essere «pericolosa» per la salute, i veleni bianchi - latte, burro, farina, zucchero e sale - che tali non sono e le uova, nel club delle bufale nel piatto entra di gran carriera pure l' alluminio. Da tempo sui social media, si leggono raccolte di inesattezze e vere e proprie falsità ai danni del metallo leggero molto diffuso in cucina e nella conservazione degli alimenti. L' ultimo allarme è scattato per le capsule di caffè in alluminio commercializzate da una nota marca del settore. E prontamente siti web avvezzi alla diffusione di notizie spazzatura hanno rilanciato l' allerta, aggiungendo per giunta dettagli inquietanti, inventati però di sana pianta. Leggi anche: L'errore da non commettere con la carta stagnola A fare chiarezza ci ha pensato l' Efsa, l' Autorità europea per la sicurezza alimentare, come spiega Agostino Macrì, grande esperto in materia e autore del blog Sicurezzalimentare.it. «Gli esperti dell' Efsa hanno valutato i risultati di studi condotti sugli animali», dice, «per verificare i possibili effetti avversi a seguito di somministrazione di composti di alluminio con l' alimentazione». Ebbene, «sono giunti alla conclusione che non esistono dati che dimostrano danni significativi a carico dell' apparato riproduttivo e del sistema nervoso». Ciò non significa che questo metallo sia esente da rischi. «Alcuni studi», puntualizza Macrì, «hanno dimostrato effetti neurotossici nei pazienti dializzati e per questo cronicamente esposti ad elevate concentrazioni di alluminio. Gli stessi esperti hanno però escluso che l' assunzione di alluminio attraverso gli alimenti possa costituire un rischio per l' insorgenza del morbo di Alzheimer o altre malattie neurodegenerative». Una delle bufale che rimbalzano con maggiore insistenza sul web da alcuni mesi a questa parte. ASPARAGI METALLICI Peraltro nella nostra dieta entrano abbastanza regolarmente derrate alimentari in cui si trova naturalmente l' alluminio e che mangiamo senza preoccupazione alcuna. È il caso degli asparagi che ne contengono 200 milligrammi per ogni chilogrammo di peso. La dose che possiamo invece ingerire attraverso la cessione di recipienti o pellicole flessibili utilizzati per conservare i cibi è decisamente inferiore e si limita in particolare al caso in cui contengano «cibi acidi e a temperature elevate che favoriscono la solubilizzazione dell' alluminio», spiega sempre Macrì, aggiungendo che «in queste circostanze si può avere una cessione del metallo», ma «generalmente inferiore all' alluminio normalmente presente negli alimenti». Sempre secondo l' Efsa, l' esposizione alimentare media di un adulto all' alluminio varia tra 0,2 e 1,5 milligrammi per ogni chilo di peso corporeo alla settimana. La soglia di sicurezza fissata dall' Authority alimentare è di 1 milligrammo per chilo, sempre ogni settimana. In pratica una persona che pesi 70 chili può assumere senza alcun pericolo 70 milligrammi di alluminio ogni sette giorni. E per il sottoscritto, che ferma l' ago della bilancia in prossimità dei 90 kg, la dose sale in proporzione. UOVA SOTTO ACCUSA Assieme a quella dell' alluminio, sui social media e sui siti che vivono di bufale, continuano a rimbalzare fake news smentitissime ma sempre buone per ottenere click e «mi piace». Un esempio per tutti. Digitando su un motore di ricerca web la stringa «uova fanno male», si ottengono 3.130.000 risultati che conducono ad altrettante pagine internet dove se ne parla. Per fortuna, di recente, gli algoritmi dei principali motori di ricerca sono stati modificati per includere anche i siti dove si fa informazione corretta, ma secondo una ricerca in via di pubblicazione, condotta da alcune università americane, le bufale rappresen di Attilio Barbieri

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