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Dna, verso la vita artificiale: il primo organismo geneticamente potenziato

di simone cerroni venerdì 9 maggio 2014

2' di lettura

Se si prende un dizionario italiano e si cerca la parola Dna troviamo scritto: "La molecola del Dna si struttura in due filamenti avvolti a spirale l'uno intorno all'altro", la famosa doppia catena polinucleotidica (A,T,C,G). Ora, a distanza di 60 anni dalla scoperta del biologo inglese F. Crick e dal biochimico statunitense J. D. Watson del codice genetico, gli scienziati dello Scripps Research Institute statunitense hanno creato in laboratorio un batterio con un Dna espanso artificialmente. Si tratta del primo organismo vivente con codice genetico potenziato. Insomma un super dna o dna sotto steroidi. Le 4 combinazioni - Accanto alle tradizionali quattro lettere che costituiscono l'alfabeto genetico (A-T e C-G) ne sono state aggiunte due non naturali chiamate X e Y (due molecole note come d5SICS e DNAM). Il Dna, infatti, in natura è costituito da due filamenti composti da basi che si accoppiano sempre alla stessa maniera: AT, TA, CG, GC. Ora per la prima volta i ricercatori hanno aggiunto una nuova coppia alla doppia elica del Dna ottenendo di inserire X e Y all'interno del Dna di un batterio di Escherichia coli che può copiare le nuove istruzioni nel Dna, continuando a vivere. Combinazioni che gli permettono di essere il primo organismo semi-sintetico capace di replicarsi e mantenere il suo Dna. Un passo per la vita artificiale - Un risultato importantissimo, al quale la rivista scientifica Nature dedica la copertina. "La vita sulla Terra in tutta la sua diversità è codificata solo da due coppie di basi del Dna: AT e CG; quello che abbiamo fatto è stato realizzare un organismo che contiene stabilmente quelle due coppie, più un terzo paio di basi non naturale", spiega Floyd Romesberg che ha guidato il team di ricerca. "Questo dimostra che altre soluzioni sono possibili e, naturalmente, ci avvicina a una biologia a Dna espanso, che avrà molte applicazioni: da nuovi farmaci a nuovi tipi di nanotecnologie". Romesberg e il suo laboratorio lavoravano sul grande passo dalla fine degli anni '90, con l'obiettivo di individuare le molecole che potevano servire come basi del nuovo Dna. Poi continua: "questo dimostra che altre soluzioni sono possibili e, naturalmente, ci avvicina ad una biologia a Dna espanso, che avrà molte eccitanti applicazioni: da nuovi farmaci a nuovi tipi di nanotecnologie. In linea di principio, potremmo codificare nuove proteine e amminoacidi non naturali".

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