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Ora legale, quanti soldi guadagniamo se rinunciamo a quella solare: occhio, dove sta la fregatura

di Gino Coala domenica 31 marzo 2019

4' di lettura

Lo dico subito: voglio l' ora legale. È vero quando scatta, il primo giorno, può essere un dramma: lancette avanti di sessanta minuti e il sonno che non ci abbandona per tutto il giorno. Siamo scombussolati, più lenti di un bradipo anestetizzato, confondiamo la colazione con il pranzo e tracanniamo caffè come fosse acqua purissima di fonte. Effetto sbronza, lo chiamano i detrattori, fortuna che qualcuno ha avuto il buoncuore di fissare questo cambio proprio di domenica (come la prossima) e non in mezzo alla settimana, così si ammortizza il colpo. Ma dopo il primo choc per la sveglia anticipata, è la svolta: giornate lunghe e luce fino alle nove di sera, aperitivi che si protraggono fino all' ora del pasto (sarà nato da qui l' orrido nome di apericena?), i bagni al mare fino al tramonto con l' estate che sembra più lunga e arriva quasi fino a novembre. L' ora legale non è una cosa che piace ai manettari, per una volta i giudici non c' entrano, sebbene sia stata decretata per legge, accomuna destra e sinistra perché è il vero inizio della stagione calda, l' apoteosi della primavera, la rinascita dalle nebbie, la fine del letargo, lo scoppio delle tempeste ormonali adolescenziali. Leggi anche: SONDAGGIO - Siete contenti che non ci sarà più il cambio tra ora solare e legale? Viva l' ora legale, che gli europarlamentari hanno deciso invece di cancellare non sapendo bene cosa fare. Oddio, in realtà, loro hanno solo votato una risoluzione della Commissione che stabilisce che non ci sarà più la differenza tra l' ora solare e quella legale, per cui il 2021 potrebbe essere l' ultimo anno con un cambio stagionale delle lancette dell' orologio. Poi gli Stati dell' Ue manterranno il diritto di decidere il proprio fuso orario. Tradotto: ognuno farà come gli pare. Si spera che in Italia i nostri politici accendano il cervello, più che le lampadine, e optino per l' ora stagionale per 365 giorni l' anno. Del resto, rottamarla è sbagliato perché la luce serve più alla sera che al mattino presto, l' aveva capito già nel 1784 uno scienziato come Benjamin Franklin. L' americano è stato il primo a capire che i cambiamenti sociali provocati dalla rivoluzione industriale chiedevano un' ottimizzazione dell' energia. E il problema è diventato urgente durante la Grande Guerra, quando il carbone scarseggiava, tanto che l' Italia nel 1916 ha adottato per la prima volta l' ora legale per aiutare i nostri soldati al fronte. Fin qui la storia. Poi c' è tutto il discorso dei risparmi. L' ora legale conviene e sui soldi non si scheza: Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione, ha stimato che proprio grazie a quell' ora quotidiana di luce in più, nel 2017 c' è stato un risparmio pari a 110 milioni di euro. di Brunella Bolloli Con quella solare si dorme di più E la scusa dei costi non regge Direi che la mia arringa in difesa dell' ora solare si potrebbe chiudere rapidamente con una constatazione schiacciante: con l' ora solare si dorme un' ora in più. E nella vita, converrete, poche cose sono più beate del dormire, come sa quel grande filosofo, amato da grandi e piccini, che è Paperino. L' ora legale, poi, è già antipatica dal cognome: non che io sia contrario alla legalità, per carità, però entro i suoi limiti. Che la mia giornata debba essere scandita da una regola legale mi rende insofferente, suscita il mio spirito ribelle. Se poi questa regola mi costringe a anticipare tutto, freneticamente, svegliandomi con il canto del gallo e obbligandomi ad andare a dormire quando la notte, come si dice, è ancora giovane, come in una caserma, allora mi tengo l' ora solare con il suo nome allegro e radioso. Ma passando ad argomenti più scientifici, esistono studi che attestano che lo spostamento dell' ora provoca ansia e disturbi psicofisici vari. L' ora legale aveva un senso quando la tecnologia era diversa e i risparmi energetici risultavano oltremodo preziosi per via delle crisi petrolifere. Oggi invece ci illuminiamo in tutt' altro modo, la ricerca scientifica ci consente benissimo di risparmiarci questo trucco da quattro soldi di spostare le lancette in avanti. Uno studio commissionato dalla stessa Unione Europea dimostra che proprio in Europa il risparmio energetico, con l' ora legale, è dello 0,34%: una percentuale bassina, che non vale la tetraggine di alzarsi la mattina e uscire sotto un cielo livido, aggirandosi a tentoni come fantasmi di un mondo triste benché legale. Del resto, il periodo più florido per l' Italia, quello del boom economico, si ebbe in assenza di ora legale, che era stata abolita nel 1948 e venne reintrodotta solo nel 1966. Insomma, avrete a questo punto compreso che non mi piace nulla dell' ora legale: è un' interpretazione fanatica, moralistica e giacobina del fuso orario, discende dall' idea balorda che la vita degli uomini possa essere migliorata con burocratici interventi dall' alto. Invece il bene più prezioso è la stabilità dell' ordine naturale, e quindi del ciclo sonno-veglia, luce-buio, come ben sapevano gli Antichi che mai si sarebbero sognati di giocare con il Tempo, che divinizzavano, in questo modo grottesco come facciamo noi, con il passaggio dall' ora solare all' ora legale. di Giordano Teodoldi

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