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Ictus, arriva l'esoscheletro robot che aiuta a camminare dopo la malattia

di Davide Locano domenica 10 marzo 2019
Ictus, arriva l'esoscheletro robot che aiuta a camminare dopo la malattia

3' di lettura

Riuscire a stare in piedi di nuovo e non sentirsi condannato per sempre su una sedia a rotelle. Un sogno, che in molti casi può diventare realtà e migliorare la vita di un numero sempre maggiore di pazienti. Si sapeva già che Ekso, l' esoscheletro riabilitativo, modernissimo gioiello biotecnologico, è di grande aiuto per l' iter riabilitativo di chi ha subìto gravi danni agli arti inferiori, a causa di traumi o patologie neurodegenerative, ma ora si è potuto stabilire che è anche efficace nella riabilitazione post ictus. Uno studio coordinato dall'IRCCS San Raffaele Pisana di Roma presenta risultati positivi nel 60 per cento circa dei casi di pazienti deambulanti. Essere colpiti da un ictus comporta anche questa difficoltà terribile, che sembra riuscire a bloccare le speranze di poter tornare ad essere quelli di prima, prima del momento fatale. Ma con lo scheletro robot anche questo sogno potrebbe realizzarsi. CENTRI DI RIABILITAZIONE Lo studio che ha coinvolto diversi centri di riabilitazione italiani (dal nord al sud) è stato guidato da Michela Goffredo, ricercatrice e bioingegnere del San Raffaele di Roma, ed è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine. Per verificare l' effettiva efficacia dell' esoscheletro in pazienti colpiti da ictus subacuto, sono state reclutate 48 persone, per un periodo dal marzo 2016 al settembre 2018. Due pazienti si sono ritirati a causa di problemi medici. Tutti si sono sottoposti a training del cammino con l' esoscheletro da tre a cinque volte alla settimana, per circa un' ora di "camminata". All' inizio del trattamento 32 pazienti erano in grado di camminare e 14 non lo erano. Dal punto di vista clinico tutti hanno registrato miglioramenti significativi. Alla fine della terapia con il robot 8 pazienti ne hanno riacquistato la capacità e solo 6 non erano in grado di camminare sia prima che dopo la riabilitazione. Risultato più che incoraggiante. Come funziona l' esoscheletro? Il robot interagisce con la persona a tutti i livelli di articolazione e quindi permette a chi lo indossa di riuscire a camminare in sicurezza, controllando le variazioni di tutti gli angoli articolari durante l' intera fase del passo. L'analisi dei dati ha rivelato, inoltre, che l' uso dell' esoscheletro per la riabilitazione del cammino in pazienti con ictus subacuto è efficace indipendentemente dal tempo trascorso dall' evento traumatico e dal grado di compromissione motoria. Insomma, si può cominciare la riabilitazione senza troppi limiti di tempo, affrontando anche condizioni oggettivamente gravi. GLI EFFETTI Lo studio che ha coinvolto i quattro centri di ricerca e riabilitazione (fino ad oggi si era studiato il caso solo con numero molto esigui di pazienti) non finisce qui, continua per confrontare gli effetti dell' esoscheletro e della terapia tradizionale e coinvolgerà un numero più elevato di pazienti, sia in fase subacuta che cronica. Gli esiti della ricerca porteranno alla personalizzazione e ottimizzazione della terapia riabilitativa post-ictus, in modo da stilare un protocollo che permetta a questi pazienti di recuperare presto la propria autonomia nel camminare. Ekso, l' esoscheletro robotico, è un dispositivo molto sofisticato, frutto dei progressi che la robotica, in particolare la robotica biomedica, ha compiuto negli ultimi decenni. INDOSSABILE Si tratta di un robot indossabile che può trovare applicazione in diversi ambiti: dalle applicazioni in campo militare, a quelli della riabilitazione motoria, appunto, passando dagli esoscheletri che possono essere d' aiuto - per il potenziamento della forza e della resistenza - a chi svolge lavori particolarmente pesanti. Il San Raffaele di Roma è stato tra i primi istituti in Italia, nel 2015, a dotarsi di questo esclusivo robot, che tra l' altro è l' unico dispositivo al mondo a "capire" il paziente e le sue necessità. di Caterina Maniaci

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