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Mozzarella bianca e lucente? Uno schifo in tavola: ecco a cosa può essere dovuto

di Davide Locano domenica 17 febbraio 2019

4' di lettura

Tra le poche cose che crescono del nostro Paese, ma non è una buona notizia, ci sono i reati nel settore alimentare. Mentre, infatti, il volume d' affari è aumentato del 12,4 per cento rispetto all' anno scorso, ovvero 24 miliardi e mezzo di euro, le notizie di reato sono il 59 per cento in più di dodici mesi fa. Sono stati sequestrati 17,6 milioni di chili di alimenti, per il valore di 34 milioni di euro. E più di un italiano su cinque, il 17 per cento, è stato vittima di frodi alimentari. Infine, sono stati 399 gli allarmi alimentari, più di uno al giorno, con gravi rischi per la salute. Ad aver raccolto questi numeri è la Coldiretti nel suo sesto Rapporto agromafie, sviluppato insieme con Eurispes e con l'Osservatorio sulla criminalità nell' agroalimentare. Ma com' è possibile che in un anno le truffe siano tanto aumentate? Sono maggiori i controlli (nel 2018 sono stati 54mila) o ci sono più ciarlatani? «Sono aumentate le truffe», spiega Stefano Masini, responsabile Consumi e Ambiente della Coldiretti, che ha partecipato alla stesura del rapporto, «e il trend è influenzato non solo dai controlli, che si sono fatti più intensi, ma anche per il maggior numero di canali commerciali. I cosiddetti "Banglamarket", per esempio, ovvero gli esercizi commerciali gestiti da imprese straniere e immigrati, in Italia sono oltre 4mila, e in questi casi la criminalità è altissima». Leggi anche: Il microonde e la bufala sui tumori SALUTE E PORTAFOGLI «Alcuni dei reati che vengono commessi nell' agroalimentare», aggiunge Masini, «incidono sulla salubrità del prodotto, e di conseguenza sulla salute del cliente, altri "solo" sul portafoglio». L' analisi del fenomeno, però, comprende anche le agromafie, che campano di un business che non vale meno di quello della droga: «Le agromafie sono diventate molto più complesse e raffinate», ha allertato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, «non vanno più combattute solo a livello militare, ma vanno contrastate ovunque: dalla produzione alla distribuzione, fino agli uffici dei colletti bianchi, dove transitano i capitali da ripulire». E così, in questo gioco in cui i buoni hanno come arma solo le multe e i cattivi delinquono senza remore, al massimo pagheranno una sanzione. Il prodotto più soggetto a frodi è il vino, medaglia d' oro nella classifica dei settori agroalimentari più colpiti da truffe (+75% delle notizie di reato), seguono la carne (+101%) e le conserve con +78%. I sequestri più consistenti riguardano la conserva di pomodoro, 20,3%, poi mosti d' uva parzialmente fermentati (17%) e formaggi e latticini (12%, ovvero 450mila chili di prodotti). «L' Italia è il Paese che esercita il maggior numero di controlli sul cibo a livello mondiale», racconta Masini, «abbiamo però un problema: i porti. Quando le merci arrivano si effettuano controlli a campione. Quindi, è facile che entrino nel Paese prodotti alterati e sostanze che portano malattie, come la xylella. E questo rende vulnerabile il nostro territorio. I flussi di cose hanno tanti problemi quanto i flussi di persone». Così, la faccenda si fa ancora più grave: «Nei grandi porti europei, Rotterdam per esempio, arrivano merci da tutto il mondo. Una volta che i prodotti vengono scaricati sul suolo europeo, non sono più suscettibili di particolari controlli», avverte Masini, «L' Italia, anni fa, venne richiamata dall' Unione per il numero eccessivo di controlli effettuati sulle merci alimentari. E la polizia giudiziaria è stata dissuasa dal discriminare le merci provenienti dall' estero, perché questo comportamento avrebbe penalizzato la velocità e la libera circolazione dei prodotti». I CONTROLLI Nell'agroalimentare, chi ha il compito di accertare la regolarità, o le irregolarità, sono l' Ispettorato centrale repressione frodi, i Carabinieri dei Nas e dei Nac (Nuclei Antifrode), i Carabinieri forestali e la Guardia di finanza. E proprio grazie al loro lavoro è stato stilato il "Menù del crimine", che comprende la mozzarella sbiancata, il pesce vecchio "ringiovanito" con il cafados, cioè una miscela di acidi organici e acqua ossigenata che consente di mostrare freschezza apparente, i tartufi cinesi spacciati per italiani, l' olio colorato alla clorofilla, il pane cotto in forni clandestini dove si usano scarti di legna e mobili contaminati da sostanze chimiche. E infine, se Gian Maria Fara, Presidente dell' Eurispes, sostiene che è necessario «aggiornare e potenziare l' attuale normativa perché quella vigente è obsoleta e controproducente» è perché «invece di svolgere una funzione deterrente, spinge a delinquere, essendo a tutto favore dei benefici (ingenti guadagni) il raffronto con i rischi (sanzioni per irregolarità). In sostanza, le norme vigenti premiano con l' impunità chi commette malefatte mentre colpisce duro chi è responsabile di semplici bagatelle». di Costanza Cavalli

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