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Dolore renale cronico: disturboche colpisce soprattutto le donne

Una ricerca condotta presso il policlinico universitario A. Gemelli di Roma fa luce sulle cause della malattia del rene con midollare a spugna, proponendo nuove terapie e trattamenti innovativi
di Maria Rita Montebelli domenica 25 marzo 2018

2' di lettura

In occasione della Giornata mondiale del rene sono stati resi noti i risultati di una ricerca condotta presso il Centro per le Malattie rare del rene della Fondazione policlinico universitario A. Gemelli, diretto dal professor Giovanni Gambaro e incentrata sullo studio di una malattia rara che colpisce soprattutto le donne e che provoca dolore renale cronico. La ricerca, effettuata in collaborazione con l’Università Cattolica e con la New York University e pubblicata sul Journal of nephrology, ha permesso di verificare che il dolore cronico causato dalla patologia del rene con midollare a spugna è spesso indipendente dalla espulsione dei calcoli, rendendo quindi possibile la formulazione di ipotesi più concrete circa le cause della malattia e la realizzazione di nuovi metodi di trattamento. Nell’ambito delle malattie renali è possibile riscontrare differenze legate al sesso dei pazienti: una parte di esse si manifesta principalmente nelle donne, per esempio per motivi legati alla gravidanza (è il caso della preclampsia, una complicanza della gestazione caratterizzata da pressione alta) o comunque per una differente suscettibilità nei due sessi (infezioni del rene, nefrite in corso di lupus). La calcolosi renale è di norma più frequente negli uomini, ma quando essa è associata alla malformazione renale tipica del rene con midollare a spugna, la casistica dimostra una più alto tasso di rischio nelle donne. Questa patologia rara (la cui incidenza è compresa tra 5 su 10 mila e 5 su 100 mila) prevede infatti che il paziente sia colpito da un elevato numero di episodi di calcolosi. La manifestazione del dolore renale cronico tipico della malattia è piuttosto rara tanto che è stato pressoché impossibile studiarla, rendendone difficile la cura, spesso affidata ad analgesici piuttosto forti quali anche gli oppioidi. La rarità della patologia ha anche fatto sì che le pazienti affette fossero piuttosto considerate dipendenti da farmaci (drug seeker). Lo studio, condotto su 92 pazienti quasi tutte donne affette da rene con midollare a spugna e dolore renale cronico, ha permesso di fare luce sulla reale entità del dolore e su quanto esso influisca su ogni ambito della vita delle pazienti, rendendo anche noto che esso spesso è indipendente dalla espulsione dei calcoli. Oltre a far luce sulle cause della malattia, la ricerca ha permesso di studiare nuove metodologie di trattamento, come ad esempio la simpaticectomia percutanea renale, tecnica mini-invasiva di denervazione del rene operata attraverso l’introduzione nell’aorta, quindi nell’arteria renale, di una catetere che rilascia energia a radiofrequenza e interrompe i nervi che decorrono nella parete dell’arteria renale. La denervazione è utilizzata nel trattamento dell’ipertensione resistente ai farmaci ed è risultata pertinente anche nella cura della sindrome del dolore cronico renale con microematuria (loin pain hematuria syndrome). (FEDERICA BARTOLI)

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