ALIMENTAZIONE
Gli italiani mangiano sano?Lo pensano, ma non è vero
Un ‘neo’ che nascondiamo anche a noi stessi: frutta e verdura, ricche di vitamine e minerali, non mancano quasi mai dalla tavola degli italiani, ma il loro consumo si attesta, nella maggior parte dei casi, su quantitativi minimi e spesso non sufficienti: solo il 15% circa della popolazione riesce, infatti, a introdurre nella propria dieta giornaliera il corretto apporto consigliato dall’OMS, pari ad almeno 5 porzioni, mentre il consumo medio è limitato a circa 3 porzioni. E questo basso livello di percezione di un possibile problema di carenza, trova un riflesso anche nei dati di consumo degli integratori alimentari. Ben 7 italiani su 10 dichiarano di non averli utilizzati nell’arco degli ultimi 12 mesi e oltre il 60% di questi indica, tra le motivazioni del mancato consumo, di non ritenersi a rischio di deficit nutrizionali. E’ uno dei risultati di un’indagine GfK Eurisko che offre una fotografia sulle abitudini alimentari degli italiani oggi, con attenzione particolare alla fascia over 50: e dietro questa fotografia potrebbe profilarsi un problema di sub-carenze. “Livelli sub-ottimali di micronutrienti essenziali come vitamine e minerali rientrerebbero nei fattori di rischio per alcune malattie croniche nella popolazione adulta e anziana, quali obesità, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e metaboliche, diabete tipo 2, cataratta, degenerazione maculare senile, demenza senile, osteoporosi e alcune neoplasie – spiega il professor Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano – Per questo anche carenze lievi, soprattutto se durature nel tempo, non devono essere trascurate e vanno risolte prima che sfocino in disturbi più seri. L’integrazione multivitaminica-multiminerale può offrire un aiuto importante, specialmente in quei soggetti che, anche inconsapevolmente, non riescono a seguire una dieta corretta e completa”. I risultati degli studi. Evidenze significative sui benefici e sul profilo di sicurezza correlati all’assunzione quotidiana e prolungata di un integratore alimentare multivitaminico-multiminerale, sono state per la prima volta recentemente raccolte grazie ad un importante trial clinico di frontiera promosso dal NIH americano, il Physicians’ Health Study II (PHS II). Partendo da questi risultati, un Gruppo di Studio Mulidisciplinare di esperti italiani si è assunto l’impegno di valutarne l’impatto rispetto alla pratica clinica e di automedicazione nel nostro Paese e ha presentato nei giorni scorsi il Position Paper dal titolo “Nuove evidenze sull’uso dei Multivitaminici e Multiminerali e sensibilizzazione alle carenze nutrizionali nella popolazione over 50”, che ha ottenuto il patrocinio di SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria), SOI (Società Oftalmologica Italiana), SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) e FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani), un progetto reso possibile grazie al contributo incondizionato di Pfizer Consumer Healthcare. “Alla luce di un approfondito lavoro di studio ed analisi della più recente e significativa letteratura sull’argomento insieme alle evidenze del PHS II, siamo concordi nel sostenere che un uso appropriato e consapevole dell’integrazione multivitaminica e multiminerale può essere considerato uno strumento sicuro ed efficace nel lungo periodo, in sinergia con una corretta alimentazione e sani stili di vita, nei soggetti anziani particolarmente a rischio di carenze nutrizionali, con l’obiettivo di promuovere un buono stato di salute e un healthy ageing – ha spiegato il professor Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze ed Ortopedia del Policlinico Gemelli di Roma e Presidente di Italia Longeva – Va inoltre ricordato che nei soggetti anziani è necessario un riconoscimento precoce delle carenze nutrizionali per evitare aggravamenti che possono sfociare nella malnutrizione, un problema molto più diffuso di quanto si pensi”. La prevenzione dei tumori. Interessanti sono le nuove prospettive aperte, in questo ambito, dallo Studio PHS II che, per la prima volta, ha testato l’efficacia di un integratore multivitaminico e multiminerale proprio nella prevenzione di patologie croniche ampiamente diffuse nella popolazione adulta ed anziana, rilevando dati positivi in particolare nell’endpoint cancro. “Nei soggetti partecipanti al PHS II che assumevano quotidianamente il multivitaminico è stata osservata una riduzione pari all’8% del rischio di cancro rispetto al gruppo trattato con placebo – ha commentato il professor Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Regina Elena di Roma – Occorre, inoltre, sottolineare che i partecipanti arruolati nel trial americano erano soggetti a basso rischio di sviluppare il cancro, in quanto medici con stili di vita decisamente sani (basso consumo di alcol e tabacco, BMI corretto, dieta sana, abitudine all’esecizio fisico). Ciò attribuisce un valore particolare alla riduzione dell’incidenza del cancro osservata tra i gruppi randomizzati: una differenza che in una popolazione meno virtuosa potrebbe risultare ancora più significativa”. “A fronte del progressivo aumento dell’età media della popolazione e di un’aspettativa di vita sempre più lunga, la promozione della salute e della prevenzione si configura sempre più come una priorità sanitaria ed il medico di famiglia è chiamato a svolgere un ruolo chiave – ha spiegato il dottor Claudio Cricelli, Presidente della SIMG – Dobbiamo operare nella convinzione che le problematiche legate ad abitudini alimentari sbagliate vanno affrontate precocemente mediante validi sistemi di monitoraggio e attraverso la diffusione di informazioni in merito al ruolo centrale dell’alimentazione e dei corretti stili di vita e all’uso appropriato degli integratori alimentari, quali strumenti per la promozione della salute nella popolazione generale ed in particolare nei soggetti adulti-anziani”. (MARIANNA MASCIANDARO)