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Abbronzatura vietata ai minori?

Un'eccessiva esposizione al sole e lettini solari ‘selvaggi' alla base dell'ondata di tumori della pelle che si sta abbattendo sul Vecchio Continente. E' tempo di correre ai ripari

Maria Rita Montebelli
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Parlare di tumori della pelle in inverno può sembrare un po' fuori contesto. Ma non è così. La stagione fredda sta infatti diventando la più a rischio per la salute del nostra pelle, anche a causa della ‘tanoressia',  (la mania dell'abbronzatura da ‘lampados') e della giungla normativa riguardante i lettini solari che spuntano come funghi da tutte le parti. Allarmati dall'impressionante aumento di incidenza dei tumori della pelle, alcuni europarlamentari, in occasione della giornata europea di consapevolezza sui tumori delle pelle, hanno preso parte a Bruxelles ad una serie di iniziative volte a fare il punto della situazione. Un intenso dibattito sui lettini solari si è chiuso con la proposta di una più stringente normativa, con un range di proposte che va dalla loro messa al bando totale, all'imposizione di un ‘divieto ai minori', così come già accade per fumo e alcolici. Ma non sarà facile da far digerire ai produttori, né agli adolescenti per i quali, come è noto, un divieto equivale in genere ad un invito a trasgredire. Molto meglio dunque fare cultura e aumentare la consapevolezza della gente, a colpi di numeri e di fotografie (e i tumori della pelle sanno essere molto ‘convincenti') per cercare di far capire quali rischi si corrono a non dar retta ai buoni consigli. E ci hanno provato sempre ieri a Bruxelles, i maggiori esperti europei, dermatologi, associazioni di pazienti, epidemiologi e politici, in un incontro ospitato dall'Ambasciatore danese a Bruxelles S.E. Poul Skytte Christoffersen e realizzato col supporto di Leo Pharma. “I tre più comuni tumori della pelle – ha ricordato Alojz Peterle, europarlamentare sloveno e presidente di MAC (Membri del Parlamento europeo contro il cancro) – sono il basalioma (85% di tutti i tumori cutanei e 70-165 nuovi casi ogni 100mila persone l'anno), il carcinoma a cellule squamose (5% del totale, 4-50 nuovi casi per 100mila persone l'anno) e il melanoma (5% del totale e 10-24 nuovi casi per 100mila persone l'anno); quest'ultimo, il più maligno di tutti, è responsabile della maggior parte dei decessi dovuti ai tumori cutanei. La cheratosi attinica è invece un precursore del carcinoma squamocellulare; più lesioni sono presenti, maggiore il rischio di sviluppare questo carcinoma”. Il 90% di tutti i tumori cutanei è causato dalle radiazioni ultraviolette, sia provenienti dal sole che dai lettini solari. Per questo lo IARC (International Agency for Research on Cancer) classifica le radiazioni ultraviolette come cancerogeno di classe 1, alla stessa stregua cioè del fumo e dell'asbesto. I tumori della pelle sono quelli a più rapida crescita tra tutti i tumori, con un'incidenza che è raddoppiata tra il 1990 e il 2010. Si stima dunque che oggi rappresentino circa un terzo di tutti i tumori. Purtroppo, con l'eccezione del melanoma, per il quale sono stati approntati numerosi registri, per gli altri tumori della pelle (basalioma e carcinoma squamo cellulare) non esistono numeri certi, in quanto mancano i registri nazionali (con la sola eccezione della Svezia). “Istituire questi registri e produrre numeri ufficiali – ammonisce la europarlamentare danese Christel Schaldemose - è il primo fondamentale passo perché i politici possano intraprendere incisive iniziative di salute pubblica”. Ma intanto è necessario agire. E oltre alle iniziative di prevenzione primaria (evitare esposizioni eccessive al sole o ai lettini solari), è necessario mettere in campo iniziative di prevenzione secondaria, cioè di screening, per arrivare ad una diagnosi precoce che dà ottime possibilità di guarigione completa. Euromelanoma è una ONG che una volta l'anno a maggio offre in un trentina di Paesi dell'Unione Europea uno screening cutaneo gratuito, corredato di materiale informativo per il pubblico. Ma sarebbe bene che anche le singole nazioni si muovano in tal senso, affiancando ai programmi ufficiali di screening già in essere, quali quello per il tumore della mammella, del colon e della cervice uterina, anche quello cutaneo. Un esempio eccellente viene dalla Germania dove, dal 2008, a tutti i cittadini over 35 viene offerta una volta ogni due anni, la possibilità di sottoporsi allo screening cutaneo. Costa allo Stato circa 22 euro a visita, ma nella Regione dello Schleswig-Holstein, che ha fatto da battistrada al programma nazionale, la mortalità per melanoma è stata dimezzata in 10 anni di programma e attualmente è la più bassa di tutta la Germania. (STEFANIA BELLI)

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