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Smeraldi, rubini e diamanti: le coreografie di George Balanchine alla Scala

Al Piermarini arriva "Jewels", balletto in tre atti con un solo filo comune: le pietre preziose

Giulio Bucchi
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Per la prima volta al Teatro alla Scala il balletto Jewels, trittico di pietre preziose, rappresentato nella sua interezza: smeraldi, rubini e siamanti. Colore e geometrica perfezione coreografica che si amalgamano alle essenze musicali di Gabriel Fauré, Igor Stravinskij e Pëtr I'lič Čajkovskij. Dodici recite per il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala insieme a stelle del calibro di Alina Somova, Leonid Sarafanov, Polina Semionova e Guillaume Côté. Jewels è un vero e proprio gioiello della danza, presentato per la prima volta a New York nel 1967, è una lunga coreografia  in tre atti senza spunti narrativi e legata da un solo tema: le pietre preziose. Balanchine fu ispirato dall'arte del disegnatore di gioielli Claude Arpels e scelse una musica che rivelasse l'essenza di ciascun gioiello (Fauré per gli Smeraldi, Stravinskij per i Rubini, Čajkovskij per i Diamanti). Ogni sezione di Jewels è differente per musica e atmosfera, per colori e suggestioni. Sul palcoscenico i gioielli della danza e della tecnologia cosmetica quella del make up Shiseido, sponsor e fornitore Ufficiale del Teatro alla Scala, che con i suoi colori interpreta i trucchi di scena. Esmeralds, primo atto: danze ottocentesche e romanticismo francese, il colore è il verde in tutte le sue più preziose declinazioni, brillante e intenso, ma anche tenue e pastello. Smeraldi incastonati negli abiti di scena e nelle scenografie. Rubies, secondo atto, il più frizzante e spiritoso. Rossi accesi come rubini, brillanti, focosi e “passionali”. Energia pura. Diamonds, ultimo atto, rievoca la grandeur e i colori della Russia Imperiale, il trucco gioca con i chiaro scuri: luce bianca che illumina l'incarnato, occhi delineati da sfumature dark e un tocco soft per labbra cipriate. di Francesca Lovatelli Caetani

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