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Fiumicino: nascondevano 50 chili di cocaina in un impianto stereo

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Due mamme brasiliane, accompagnate dai figli di 18 e 2 anni, hanno riempito i bagagli di radio contenenti 8 panetti di droga

bonfanti ilaria
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Erano in arrivo da San Paolo, con destinazione finale Milano, le due giovani mamme, di origine brasiliana, con una figlia 18enne e un bambino di due anni e mezzo al seguito, che avevano pensato bene di mimetizzarsi tra i tanti turisti di passaggio presso l'aeroporto "Leonardo da Vinci", nella speranza di superare con facilità i controlli e di allontanare ogni sospetto. E, invece, i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, Gruppo di Fiumicino, perpelssi dalle pesantissime valigie che le donne avevano imbarcato nella stiva dell'aeromobile, hanno deciso di approfondire i controlli, bloccandole proprio mentre stavano per salire sul velivolo che le avrebbe condotte a Milano. D.O.S., P.S. e F.D.B., rispettivamente di 35, 23 e 18 anni, alle prime domande dei Finanzieri sul contenuto dei loro bagagli, avrebbero risposto asserendo che, all'interno, oltre ai vari effetti personali, c'erano numerosi regali di modico valore per alcuni familiari, residenti in Italia. Invece, del tutto singolare e sorprendente quanto è stato effettivamente scoperto dagli agenti: in ogni bagaglio, fra i vari indumenti, era nascosto un impianto hi-fi, con tanto di certificato di garanzia e libretto delle istruzioni. Il peso, però, non era compatibile con l'aggeggio musicale e, in effetti, all'interno di ogni stereo, erano stati occultati ben 8 panetti di cocaina purissima per un totale di 50 chilogrammi. Dal "prezioso" carico sequestrato, i trafficanti avrebbero facilmente ottenuto, con l'aggiunta di sostanze da taglio, oltre 150 chili di droga da spacciare, destinati, probabilmente, a rifornire i mercati del Nord e centro Italia, generando profitti illeciti stimabili in oltre 8milioni di euro. Le operazioni sono state svolte in collaborazione con lo Svad dell'Agenzia delle Dogane. Le tre donne sono state condotte presso il carcere di Civitavecchia, a disposizione dell'Autorità locale giudiziaria e dovranno rispondere di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, mentre il bambino è stato affidato ai servizi sociali della casa circondariale.

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