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Armi vincenti contro il melanoma

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Parte lo studio Nibit M2 su pazienti con melanoma metastatico. È la prima ricerca al mondo di questo tipo, ed è condotta in Italia, ormai punto di riferimento mondiale per gli studi sull'immunoterapia

Maria Rita Montebelli
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Disponibile in Italia da pochi giorni, fa già parlare – e bene – di sé. E' l'ipilimumab, capostipite di una nuova classe ma anche di una nuova filosofia di lotta al tumore, l'immunoterapia. Questo anticorpo monoclonale,  somministrato in associazione alla chemioterapia tradizionale (a base di fotemustina), è in grado di ridurre il più grave dei tumori della pelle, il melanoma, nel 46,5% dei pazienti e dà risultati incoraggianti anche in quelli con metastasi cerebrali. Questi risultati scaturiscono dalle ricerche del NIBIT (Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori), pubblicate su ‘Lancet Oncology'. Lo studio Nibit M1, condotto su 86 pazienti, si è concluso nel 2011. “Un altro aspetto rilevante di Nibit M1 – sottolinea la dott.ssa Anna Maria Di Giacomo dell'Immunoterapia Oncologica di Siena – è costituito dalla sopravvivenza che, ad un anno dalla conclusione del lavoro, era del 52,6% nei pazienti trattati con ipilimumab, contro il 25% del trattamento standard riportato in letteratura. La sopravvivenza media nei pazienti con melanoma avanzato è di circa 6-9 mesi”. Vista l'importanza di questi risultati, nel mese di gennaio è partito il Nibit M2 che confronterà l'efficacia dell'associazione ipilimumab-fotemustina con la fotemustina da sola in un gruppo di 146 pazienti con melanoma metastatico che presentino anche metastasi cerebrali, non trattati in precedenza; obiettivo dello studio sarà la sopravvivenza globale. Il Nibit M2, che terminerà nel 2015, coinvolge 10 centri italiani.  “Il melanoma – ricorda il prof. Michele Maio, presidente NIBIT e direttore dell'Immunoterapia Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena-Istituto Toscano Tumori - è un tumore della pelle particolarmente aggressivo che ogni anno nel nostro Paese provoca 1500 decessi. Se ne diagnosticano 7000 nuovi casi l'anno, ma l'incidenza della malattia è in costante crescita, mentre l'età di insorgenza si sta abbassando. Con la terapia di associazione in alcuni casi si è osservata una regressione completa del tumore, in altri la risposta è stata parziale oppure abbiamo registrato una stabilizzazione della malattia”.  “La risposta clinica all'ipilimumab – spiega  il prof. Giorgio Parmiani, direttore dell'Unità di Immuno-Bioterapia del Melanoma e Tumori Solidi dell'Istituto Scientifico Fondazione San Raffaele - può richiedere anche alcuni mesi, ma in genere dura più a lungo. E' la prima volta da decenni che non si registravano progressi così significativi nel melanoma metastatico ”. Il NIBIT è una rete delle più importanti strutture italiane, circa 50, che si occupano di bioterapia dei tumori. Da una costola del network, nel 2012 è nata la Fondazione NIBIT. “L'obiettivo della Fondazione – spiega il professor Maio - è promuovere studi clinici sull'immunoterapia del cancro, anche partendo dai rapporti che il NIBIT è riuscito a consolidare in questi anni. Il Network infatti fa parte del World Immunotherapy Council (WIC), che riunisce 18 organizzazioni nazionali”. (LAURA MONTI)

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