(Adnkronos) - I provvedimenti traggono origine da un approfondimento investigativo condotto attraverso l'incrocio e l'analisi di attivita' d'indagine svolte nell'immediatezza del fatto, con le dichiarazioni di attuali collaboratori di giustizia, che hanno fatto emergere le dinamiche e il movente che determino' il duplice omicidio. Alla base del delitto secondo gli inquirenti ci sarebbe la riaffermazione della leadership del gruppo Schiavone nelle zone assoggettate al proprio controllo. Altra intenzione era quella di punire con la morte, Antonio Salzillo, nipote di Antonio Bardellino, capo dell'organizzazione camorrista casertana, assassinato in Brasile nel maggio 1988, come e' stato accertato definitivamente nel processo Spartacus, che dopo anni di esilio non solo era rientrato in Cancello Arnone senza l'autorizzazione dei vertici del clan di quel periodo (Nicola Schiavone e Massimo Russo alias 'Paperino'), ma aveva anche iniziato a gestire un'attivita' commerciale (vendita di autovetture usate). Ma la circostanza che piu' di tutte, secondo gli inquirenti, ha decretato irrevocabilmente la sua condanna a morte e' stata quella di aver osato disprezzare il simbolo dei ''casalesi'' vincenti Francesco Schiavone detto Sandokan. In particolare noncurante della nota vicinanza di Salvatore Caterino (attualmente collaboratore di giustizia) al gruppo Russo, gli aveva riferito testualmente: ''Casale era una zona bellissima e quella merda di Sandokan l'ha rovinata''. (segue)