(Adnkronos) - La gravita' dell'alluvione che si e' abbattuta in Calabria ha portato il governo dell'epoca a dichiarare lo stato di emergenza, con delega al Ministro dell'Interno delle funzioni di coordinamento della Protezione civile. Con un'ordinanza del novembre di quell'anno, il Viminale ha stabilito i criteri di erogazione delle somme stanziate, destinandole preliminarmente alla sistemazione dei nuclei familiari disagiati e in piccola parte, circa 600 milioni di lire, all'immediata ripresa delle attivita' produttive. Solo le eventuali somme residue sarebbero potute essere utilizzate per interventi strutturali. Come commissario delegato venne indicato l'allora presidente della Regione Calabria. In realta' era evidente sin da subito che le somme stanziate erano inferiori rispetto ai danni lamentati dal territorio. Da una ricognizione di cui fu incaricata la Provincia di Reggio Calabria, emersero richieste di contributi da parte dei cittadini per 23 miliardi di lire (lo stanziamento era di 1,3 miliardi) e altri 20 miliardi per le sole attivita' produttive. ''Per noi -ricorda Traina- e' stata una catastrofe perche' la nostra attivita' costituiva la nostra unica fonte di sopravvivenza''. L'assegnazione dei fondi ''doveva avvenire nel giro di qualche mese -spiega l'imprenditore- essendo emergenza per la ripresa delle attivita' produttive. Ma spenti i riflettori sulla vicenda tutti si sono dimenticati di noi, sia le istituzioni locali, sia le istituzioni di Roma e cioe' la Protezione civile''. (segue)