Franco Di Mare, una morte annunciata e il suo insegnamento
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CHI SALE (Techetechetè) Per quanto una morte possa essere “annunciata” in un programma tv di grande ascolto , il nostro istinto naturale, quasi genetico, di umana solidarietà ci fa sempre sperare che possa accadere qualcosa, un miracolo, un segnale inaspettato della scienza, un colpo di scena che impedisca il tragico epilogo. Purtroppo non è andata così con Franco Di Mare che, solo due giorni dopo essersi sposato, ci ha lasciati.
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La Rai ha dedicato diversi spazi all’avvenimento. Lo speciale Techetechetè costellato di immagini di quando Di Mare era ancora inviato di guerra e che ha riproposto la telefonata a Unomattina che gli fece Papa Francesco, venerdì in access prime time su Rai 1 ha ottenuto vette di 5 milioni di spettatori.
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E bene ha fatto Rai 2 a rimandare L’angelo di Sarajevo con Beppe Fiorello, film tratto proprio dal libro di Di Mare che racconta la storia dell’ adozione di sua figlia, strappata alla disumanità della guerra in Bosnia e che ha incollato al video fino a un milione e mezzo di persone. Non è una trita questione di audience, ma una testimonianza di affetto, di dolore sincero. Sarà ora compito in primis della Rai, dei suoi colleghi, di tutti noi, fare in modo che questo sentimento rimanga sedimentato nell’immaginario e le sfide di Di Mare servano alle nuove generazioni. Proprio come lui avrebbe voluto.