Carta Canta, Travaglio e Selvaggia Lucarelli: gelo in studio, esordio disastroso
A qualcuno forse il dubbio era venuto subito: non è detto che affidare uno show a Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli sia sinonimo di successo automatico. E così, infatti, è stato: il bislacco Carta Canta il Quiz ha debuttato in seconda serata sul Canale Nove con 252.000 spettatori (picco di 310.000) e il 2,5% share. Un progetto come questo vive di hype, di passaparola, e fin qui su Twitter i giudizi sono stati assai tiepidi. E dire che alle spalle ha una macchina potentissima, Il Fatto quotidiano, e la Lucarelli ha... se stessa, il che basta e avanza. A cominciare dal trailer, un inquietante "best of" di quello che avremmo visto: zero ritmo, clima gelido e ingessato, Travaglio che prova addirittura a travestirsi da Mike Bongiorno azzardando una piroetta e un "allegria" con lo stesso entusiasmo che mostra quando parla di Calenda.
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Il meccanismo del gioco non aiuta: concorrenti sconosciuti devono rispondere a domande di cultura generale su politica, attualità e informazione (un esempio? Travaglio ha chiesto ai concorrenti quale gadget non fosse mai stato allegato in omaggio con Libero.
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Grazie per la citazione). In questi casi, o trovi i fenomeni alla Sarabanda o i "casi umani" alla Ciao Darwin. Se sono "normali", in tutto e per tutto, allora è il meccanismo del quiz a fare la differenza. Carta Canta è quasi la versione radical chic (e polverosa) de L'eredità, con il vincitore che si sottopone poi a una specie di "Ghigliottina", con Travaglio a domandare e Lucarelli a sentenziare, più maestrina che notaio. L'estate è stagione perfetta per gli esperimenti, ma qua si è esagerato. Proporre un format simile dopo le 23, e dopo 2 anni di bombardamento di informazione h24, è roba da (soporifera) Cura Ludovico. No, non ce le meritavamo.