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Sopravvivere alla 'digital disruption'? Il segreto è nella cultura aziendale

domenica 8 ottobre 2017

2' di lettura

Roma, 2 ott. (Labitalia) - Sempre più spesso si parla di 'digital disruption' o 'rivoluzione digitale', l’insieme di cambiamenti dovuti all’influenza delle nuove tecnologie digitali nel modo di fare business, un fenomeno che mette in discussione i modelli esistenti e costringe le aziende ad evolvere sempre più velocemente. Nessuna azienda è al sicuro dalla 'digital disruption' che, infatti, non riguarda solo le realtà strettamente legate all’It, ma coinvolge i settori più disparati dalla distribuzione, ai trasporti, all’intrattenimento. Per affrontarla con successo, è necessario mutare in primis la propria cultura aziendale, come affermano gli esperti Hays in un articolo apparso sull’ultimo numero dell’'Hays Journal', la pubblicazione del gruppo dedicata ai nuovi trend della selezione. La 'digital disruption' non deve essere concepita come un pericolo ma come una spinta costante all’innovazione che deve coinvolgere l’intera organizzazione, a tutti i livelli. Per guidare con successo l’evoluzione all’interno dell’azienda, si sottolinea, è imprescindibile puntare su una forza lavoro variegata, con background culturali e professionali differenti, in grado di cogliere in fretta i segnali del cambiamento e portatrice di diversi approcci al lavoro e al problem solving. Indispensabile, quindi, secondo Hays, avere un team composto sia da professionisti giovani, millennials e post millennials, più spigliati nell’approccio alle nuove tecnologie, sia da figure più esperte in grado di gestire i processi decisionali e condurre al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Inoltre, per gli esperti, è fondamentale comprendere che l’idea innovativa e il pensiero strategico possono venire da chiunque: per questo è importantissimo che tutti partecipino alle sessioni di brain storming al fine di creare una cultura della condivisione. I dipendenti non dovrebbero essere frenati dal proporre idee, anche le più creative e fuori dagli schemi, perché questo facilita il naturale processo evolutivo dell’organizzazione. Una volta individuata un’idea innovativa, si spiega, tutta l’azienda deve essere coinvolta nel processo di riorganizzazione affinché i dipendenti si sentano partecipi e non vittime del cambiamento, specie se profondo e riguardante l’intero modello di business. I manager devono assicurarsi di assistere al meglio il personale, prevedendo figure quali tutor e formatori che facilitino e velocizzino le fasi di adattamento. Per Hays, l’innovazione deve diventare costante e l’azienda deve imparare prima ad affrontarla e, successivamente, addirittura ad anticiparla. Più che star al passo con il cambiamento, infatti, è fondamentale evolvere spontaneamente, dando maggiore importanza all’elaborazione di nuove strategie che alla crescita di mercato. Affinché la 'rivoluzione digitale' si trasformi in un vantaggio anziché in un freno, le organizzazioni devono costruire una cultura aziendale che sproni i dipendenti, a tutti i livelli dell’organizzazione, a: farsi promotori dell’innovazione; abbracciare metodologie di lavoro agili; cercare costantemente nuove opportunità di miglioramento. E, ancora, a: concepire positivamente il cambiamento; rimanere al passo con le esigenze del mercato; sviluppare capacità analitiche e di problem solving; creare sinergie con colleghi, clienti e partner per favorire l’innovazione; adattarsi rapidamente al cambiamento.

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