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Calenda-Urso, lite in Aula: "Cose non vere", "È solito mentire, ecco perché lo respingono"

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In Aula non mancano accesi botta e risposta. Questa volta protagonisti di un duro scontro consumatosi a Palazzo Madama sono Adolfo Urso e Carlo Calenda. Al centro del question time la vicenda Beko e i vari licenziamenti. Il leader di Azione ha contestato al ministro delle imprese e del made in Italy alcune parole pronunciate il 15 novembre: "'Noi siamo stati avveduti' il 20 novembre annuncia 2.000 lavoratori in esubero. Ma una telefonata prima non gliel'hanno fatta?". Per Calenda Urso "ha raccontato cose non vere. Vorrei sapere se il Golden power garantisce i livelli occupazionali" di Beko "e se si', perché non la utilizzate?".

Da qui la dura replica del senatore e ministro di Fratelli d'Italia: "È un'abitudine del senatore Calenda mentire a parlamento, Paese e lavoratori. Per questo che quando si presenta ai cancelli viene respinto. È vero che ho dichiarato, rispondendo ad un question time sulla Beko, che l’occupazione in Italia rimarrà inalterata ma è stato volutamente omesso, nell'interrogazione presentata, il riferimento temporale, il 2025. Una voluta alterazione della realtà, una mistificazione su cui Calenda costruisce le sue false accuse. Grazie al nostro impegno l'azienda ha confermato la produzione a Siena fino al 2025 assicurando la tutela dei livelli occupazionali per l'anno in corso come in tutti gli altri stabilimenti. Nessuno è stato licenziato".

 

 

 

E ancora, ha ricordato che "questa crisi affonda le radici nel periodo in cui Calenda era ministro dello Sviluppo economico, con la cessione del gruppo Merloni a Whirlpool, fatta allora sì senza alcuna garanzia, cessione che ha portato alla chiusura di 8 stabilimenti in Italia". 

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