Otto e mezzo, "voi chi?": Meloni premier fa impazzire Gruber, rosicata mai vista
Mamma mia come soffre - e come rosica - Lilli Gruber nel vedere Giorgia Meloni premier. Siamo ovviamente nel suo regno tutto rosso, Otto e Mezzo, il programma in onda su La7, la puntata è quella di mercoledì 26 ottobre. E ospite in studio ecco Italo Bocchino, ex Alleanza Nazionale, Popolo della Libertà e Futuro e Libertà, attualmente direttore editoriale del Secolo d'Italia. Insomma, storicamente e non solo un uomo di destra.
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Interpellato sull'ascesa della Meloni dalla padrona di casa, Bocchino ricorda: "È la democrazia, bellezza. La vera forza di Meloni? Nessun complesso d’inferiorità verso la sinistra". Dunque, l'ex finiano rimarca come "sono due le notizie di questa giornata: c’è una maggioranza compatta con un’opposizione devastata e dopo 14 anni abbiamo un presidente del Consiglio la cui scelta è stata degli italiani".
Ineccepibile, no? No, non per Lilli Gruber, la quale replica: "Insomma... di quella parte di italiani che hanno votato per il centrodestra… la maggioranza degli elettori...". Già, questa è l'ultima "tattica" della sinistra: sostenere che fatta la tara dei non votanti, degli astenuti, la Meloni nei fatti non abbia la maggioranza. Insomma, siamo al delirio puro.
Ovviamente, di fronte a siffatta tesi, Bocchino replica in modo duro: "In ogni democrazia la maggioranza vince. Solo nelle autocrazie il 99% va alle urne". Ancora ineccepibile e Lilli Gruber ko.
Ma non è finita. Si passa poi alla flat-tax e all'aumento del tetto al contante. Bocchino attacca: "La verità è che non vi rassegnate al fatto...". Apriti cielo, la Gruber lo ferma e afferma: "Voi chi? Non voglio questi vi o voi, a chi ti riferisci?". E Bocchino: "Ai criti del governo. Si devono rassegnare a un’Italia identitaria, con una forte cultura nazionale , non piegata al mainstream della sinistra". Altro ko tecnico. E non si può non rimarcare l'ipocrisia di una Gruber che scatta quando sente quel "vi". Forse perché sa perfettamente che designa esattamente lei.
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