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Otto e mezzo, la russa Vityazeva gela la Gruber: "Per me è indifferente"

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A Otto e mezzo Lilli Gruber prosegue la tradizione del talk di La7 di invitare, almeno una volta alla settimana, un giornalista russo per offrire ai telespettatori "l'altro punto di vista" sulla guerra in Ucraina. Questa volta tocca a Yulia Vityazeva, conduttrice di un talk su Russia 1, la tv dell'ormai famoso Vladimir Solovyev, tra le voci più vicine a Vladimir Putin (tanto da vedersi congelata la villa di sua proprietà sul lago di Como nell'ambito delle sanzioni Ue contro gli oligarchi russi). Nata a Odessa, cresciuta in Ucraina ma convintamente russa e scappata nel 2015, dopo la guerra scoppiata nel Donbass.  

 

 

 

 

"Oggi - sottolinea la Gruber porgendole la prima domanda - i russi hanno attaccato in molte parti dell'Ucraina e di nuovo alla Azovstal a Mariupol. Non pensi che sia un problema il fatto che i soldati russi non siano visti più da nessuno, soprattutto in Ucraina, come dei liberatori?". Risposta secca: "Per me è indifferente come vengono visti i soldati russi. So che per 8 anni l'Ucraina ha ucciso in Donbass e l'ha raso al suolo. Per voi era assolutamente indifferente quello che succedeva, che morivano le persone, che i bambini non andavano a scuola ma stavano nei seminterrati. Sapete qual è il numero di mine messe dagli ucraini in un solo villaggio del Donbass? 160. Ma a voi invece interessa solo l'Azovstal, dove si sono insediati i nazisti ucraini". 



Lo scontro tra la giornalista russa e Lilli Gruber: guarda il video su Otto e mezzo

 

"Scusa Yulia, ti interrompo - la rintuzza la Gruber -, la domanda era sull'accoglienza dei soldati russi, sulla difficoltà di essere percepiti come dei liberatori. Se è vero quello che tu ci stai dicendo non si capisce perché l'Ucraina stia facendo una fortissima battaglia contro di voi e i soldati russi non siano stati accolti con canti e fiori quando sono arrivati". "Non sono io che dico così, ma questa è la verità - tira dritto la Vityazeva -. I fiori? Di che parla? Di quali insediamenti? Quelli che ora vengono liberati dalle nostre forze armate? Putin ha detto che l'obiettivo della nostra missione militare speciale è la demilitarizzazione dell'Ucraina, porre fine alla possibilità di uccidere tutti i giorni i nostri figli. Zelensky, da candidato alla presidenza, aveva detto che bisognava smettere di sparare. Poi non ha smesso un secondo si sparare e di uccidere in Donbass". 

 

 

 

 

"Le ricordo che nel nostro Paese esiste la libertà di parola - taglia corto la Gruber -, non esiste invece in Russia". Per la cronaca, alla domanda sull'accoglienza da liberatori dei soldati russi, la giornalista di Mosca non ha mai risposto nemmeno quando è stata riproposta per la terza volta.

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