Otto e Mezzo, Carlo De Benedetti insulta Matteo Salvini? Tutto da godere, così il leghista lo vuole rovinare in tribunale
È stata l'accusa di antisemitismo a fare dire al leader della Lega che la misura era colma. «Non l'accetto. Proprio io che sono amico di Israele, che sono disposto a tollerare le critiche e il confronto anche aspro della politica, non sono disposto, però, a tollerare questa infamia». Matteo Salvini ha fatto quindi causa per diffamazione. Lui la parte offesa, Carlo De Benedetti il denunciato. I fatti si riferiscono al 2018 quando, al Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani (Cuneo), in una piazza gremita di giornalisti e cameramen, De Benedetti, già editore del gruppo Repubblica-L'Espresso e oggi del quotidiano Domani, intervistato da Lilli Gruber, si è lasciato andare a commenti non proprio leggeri contro Matteo Salvini.
«È il peggio», ha detto senza un attimo di esitazione. E poi: «È un antisemita», un razzista, «xenofobo». Ieri al Palazzo di Giustizia di Cuneo si è presentato dunque Salvini a testimoniare in quanto parte offesa. Il leader della Lega ha ricordato i suoi buoni rapporti con Israele e ha sostenuto che le frasi dell'imprenditore, pronunciate mentre erano in corso le consultazioni al Quirinale, «hanno avuto una incidenza. Non tutte le persone approfondiscono e l’aggettivo “antisemita” si porta dietro questioni come la negazione dell’Olocausto». Salvini ha spiegato al giudice di aver partecipato a convegni in tutta Europa sul tema, di essersi battuto a Roma e Bruxelles per leggi contro l’antisemitismo,poi ha parlato del rapporto personale e delle frequentazioni con l’ex premier Netanyahu e con l’attuale ambasciatore di Israele a Roma oltre ai buoni rapporti con le comunità ebraiche «di tutta Italia, da Roma a Milano».
Video su questo argomentoSe un Cristo in tacchi a spillo è normale: ddl Zan, Salvini stana il Pd. Blocco licenziamenti in scadenza: ecco cosa accadrà, su LiberoTg
De Benedetti non era presente quanto parte offesa. Il leader della Lega ha ricordato i suoi buoni rapporti con Israele e ha sostenuto che le frasi dell'imprenditore, pronunciate mentre erano in corso le consultazioni al Quirinale, «hanno avuto una incidenza. Non tutte le persone approfondiscono e l'aggettivo "antisemita" si porta dietro questioni come la negazione dell'Olocausto». Salvini ha spiegato al giudice di aver partecipato a convegni in tutta Europa sul tema, di essersi battuto a Roma e Bruxelles per leggi contro l'antisemitismo, poi ha parlato del rapporto personale e delle frequentazioni con l'ex premier Netanyahu e con l'attuale ambasciatore di Israele a Roma oltre ai buoni rapporti con le comunità ebraiche «di tutta Italia, da Roma a Milano». De Benedetti non era presente in aula, ma ha fatto sapere, tramite i suoi legali, che depositerà una memoria difensiva.
La sentenza è prevista per il 18 ottobre. Per presenziare all'udienza, il capo del Carroccio ha dovuto saltare il suo turno di vaccinazione «perché per il tribunale di Cuneo il vaccino non è un legittimo impedimento. Ho dovuto riprogrammarlo, aspetto che mi comunichino la nuova data», ha detto lasciando il tribunale della cittadina piemontese. Sull'ipotesi di immunizzare i minori, l'ex ministro dell'Interno ha ribadito la sua linea. «Il Piemonte ha aperto alle vaccinazioni agli adolescenti, ma non cambio idea: serve il consenso dei genitori e degli interessati, senza obblighi e liste di proscrizione».