Quarta repubblica, Alessandro Sallusti contro Michele Santoro: "Tu eri divisivo, cosa sono state le tue trasmissioni"
"Non la vedrete più questa televisione". Michele Santoro e Alessandro Sallusti, faccia a faccia da Nicola Porro a Quarta repubblica, guardano con un sorriso pieno di nostalgia lo stralcio della mitica puntata di Servizio Pubblico del gennaio 2011, quella della indimenticabile intervista di Silvio Berlusconi. Il Cav contesta a Santoro la presenza di Marco Travaglio, "10 condanne per diffamazione", il giornalista che gli rinfaccia "E Sallusti allora cos'è?", l'ex premier che costringe il direttore del Fatto quotidiano ad alzarsi per poi spolverare e pulire la poltroncina su cui si si siederà. In una parola: cult.
"Quella scena di disprezzo per il suo interlocutore pensavo che fosse la fine di Berlusconi, invece gli ha regalato la simpatia dei suoi sostenitori", ricorda Santoro con un misto di rammarico e divertimento. "Con Berlusconi c'era lui che combatteva in campo e c'eravamo noi che contrastavamo Berlusconi, finito questo dualismo non c'è stato più niente". E Sallusti conferma: "Tu eri talmente divisivo che il giorno dopo la tua trasmissione la gente comprava i giornali di destra per leggere le nostre critiche".
Critiche che Sallusti ribadisce anche da Porro: "Ritieni violento che un signore come Berlusconi abbia subito 24 processi oppure sei convinto che la violenza è solo quando lo Stato è venuto a casa tua?". E ancora: "Nelle tue trasmissioni è nata la cultura del sospetto, il giustizialismo e anche l'odio". In una parola: la culla del Movimento 5 Stelle, il "travaglismo" imperante, il giornalismo e la politica a braccetto con le Procure.
Santoro prova a difendersi: "Sono i demeriti dei partiti che hanno portato i 5 stelle al successo, Grillo ha fatto il suo lavoro". Quel che è certo, conclude Santoro, è che "la violenza di Stato è scritta nella Dna della nostra Repubblica. Questo Paese dopo il crollo del muro aveva la possibilità di liberarsi e Berlusconi ha colto questa possibilità, ha avuto un'intelligenza tattica che gli altri non hanno avuto".