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Piazzapulita, Piercamillo Davigo smentito in diretta dal pm Ardita: "Basito dalle sue parole, è falso"

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"Non si poteva seguire le vie formali". Piercamillo Davigo, ex membro del Csm, intervistato a Piazzapulita da La7 dà la sua versione dei fatti dello "scandalo Amara" e dei verbali secretati ricevuti dal pm di Milano Storari. "Amara io non l'ho mai incontrato. Ma per quello che dice nei verbali meritava di essere aperta una indagine". Tuttavia, precisa ancora l'ex pm di Mani Pulite, "qualunque strada formale avrebbe comportato il disvelamento di tutta la vicenda". Ecco perché la vicenda è stata tenuta all'oscuro di tutti da maggio 2020 a oggi, nonostante qualche "confidenza" ufficiosa fatta da Davigo anche al vicepresidente del Csm David Ermini, che nega di aver mai visto quei verbali, le cui copie sono finite poi nelle redazioni del Fatto quotidiano e di Repubblica per mano, è l'accusa dei pm, della segretaria di Davigo.

 

 

 

 

In ballo ci sono dichiarazioni di Amara pesantissime, a partire dalla famigerata "loggia Ungheria" che raggrupperebbe esponenti di primissimo p iano di magistratura, politica e Guardia di finanza. Quei verbali, sottolinea Davigo, sarebbero stati sufficienti per aprire una inchiesta a Milano e capire se fossero verità o diffamazione, ma una volta ricevute le copie da Storari (che si è rivolto a Davigo proprio perché insoddisfatto della scelta dei suoi superiori di tergiversare) non si poteva informare gli altri membri del Csm. 

 

 

 

 

 

Ascoltata l'intervista di Davigo, il magistrato Sebastiano Ardita, membro del Csm, telefona in diretta a Corrado Formigli per controbattere punto per punto alla tesi dell'illustre collega: "Al netto della storia della loggia Ungheria, che è una bufala clamorosa, io sono basito dalle parole di Davigo: è un fatto di gravità inaudita dire che non è possibile seguire le vie formali. Un confronto con Davigo? Sono disponibile". Nei verbali di Amara, in cui è più volte citato, Ardita sottolinea come ci siano "solo errori e falsità". Da qualsiasi parte la si guardi, una bruttissima vicenda per la giustizia italiana.

 

 

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