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Matteo Salvini e Andrea Orlando, scontro sul codice Appalti: "Anche il Pd lo chiede", "Impossibile"

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Si allunga la lista dei temi di scontro al governo. Questa volta a battibeccarsi sono Matteo Salvini e Andrea Orlando. Il primo ha esultato per le parole di Dario Nardella: "Anche il Pd (col sindaco di Firenze) chiede di cancellare il codice degli Appalti per aprire i cantieri. Bene, avanti col modello Genova". Il secondo ha messo in discussione quanto detto dal leader della Lega: "Vorrei dire, evitando ogni polemica al senatore Salvini, che il Pd non chiede di cancellare il Codice degli Appalti, cosa peraltro impossibile essendo in larga parte il recepimento di direttive europee. Il Pd, come ha fatto in questi mesi, lavora per semplificare le procedure, per ridurre il numero delle stazioni appaltanti, per superare la burocrazia difensiva". E ancora, specificando la linea di partito: "Il Pd è però contro la logica del massimo ribasso e del subappalto indiscriminato" per questo "è per procedure di selezione delle imprese contraenti efficienti e rapide, ma di massima garanzia e trasparenza, a tutela di una effettiva libera concorrenza".

Carroccio contro Partito democratico, dunque. Eppure le dichiarazioni del dem Nardella sul Corriere della Sera sono state chiare: "Voglio lanciare un grido d’allarme: con queste norme noi le opere non le faremo - ha puntato il dito, rivolgendosi anche al governo -.  Per realizzare un’opera da 25 milioni con il codice degli appalti in Italia occorrono dieci anni. Quindi, semplicemente, propongo una moratoria: si applichino solo le leggi europee". Insomma, il primo cittadino sembra pensarla più come Salvini che come Orlando, tanto che a intervenire c'è anche Osvaldo Napoli.

"Come dar torto al primo cittadino di Firenze quando osserva che in Italia per appaltare lavori di 25 milioni passano circa 10 anni? - si è chiesto il deputato di Cambiamo! -. Ne sanno qualcosa tutti i sindaci, anche di realtà minori. Il fatto di aver elevato l’importo per l’assegnazione di lavori senza gara non ha cambiato di molto i ritardi nella capacità di spesa degli Enti locali. I Comuni, come forse ignora il ministro Orlando, sono la più importante stazione appaltante di opere pubbliche. Snellire le procedure, anzi, congelarle e trasferire il 'modello Genova' su scala nazionale, dovrebbe essere l’imperativo categorico per chi crede nell’urgenza di rimettere in moto l’Italia". 

 

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