Otto e mezzo, mani in faccia e quasi in lacrime. "Non dirlo", Marco Travaglio in crisi isterica
"Noooo". Marco Travaglio non è inquadrato, ma l'audio a Otto e mezzo si sente: il direttore del Fatto quotidiano, in collegamento con Lilli Gruber a La7, quasi piagnucola e si porta le mani in faccia, coprendosi il viso disperato, mentre parla il collega Massimo Giannini. Ne nasce un vivace scambio di idee su Mario Draghi.
"Da quando è stato incaricato - spiega il direttore della Stampa -, in due giorni, senza che aprisse la bocca...". Travaglio capisce dove Giannini sta andando a parare e sospira: "Non tirare fuori la storia dello spread, è calato di 10 punti ma nell'anno e mezzo precedente era sceso di 130 punti!". Come dire, non è tutto merito del "guru" Draghi.
Per Giannini, però, in Europa e negli ambienti finanziari che contano a volte "basta la parola", soprattutto se è quella dell'ex governatore della Bce, l'uomo forte che passerà alla storia per il bazooka e il "whatever it takes" che ha salvato l'euro (e l'Unione europea) negli anni della crisi economica galoppante. "Tu fai così Marco, ma quella roba ti sala la vita, oggi non puoi essere fuori dal cerchio e se l'Europa ti dà credito ha risolto metà del problema, non si può ignorare questo".
Secondo alcuni calcoli, l'effetto Draghi a livello finanziario potrebbe far risparmiare un miliardo di euro di interessi sul debito sul medio termine. Per questo, conclude Giannini, "è difficile dire no a Draghi. Se fallisce lui, dopo c'è un generale o un cardinale...".